«Mi rende orgoglioso sapere che la musica arriva in profondità toccando l’anima delle persone. Del resto, noi musicisti abbiamo il compito di trasmettere emozioni. E quando questo accade sappiamo che i nostri sacrifici, che sono tanti, non sono stati vani». Ha ricevuto dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, un importante riconoscimento per la vittoria nel 2018 della borsa di studio “Giuseppe Sinopoli”. E lui, Alberto Idà, pianista classe 1996, orgoglio palmese, l’amore per la musica lo ha ereditato dalla famiglia. Anzi, come spiega con fierezza, non poteva essere altrimenti. E non avrebbe potuto prendere una strada diversa. «La musica – racconta – a casa mia è sempre stata considerata un’arte essenziale. Mia mamma Daniela era una cantante lirica, mia zia Sonya è insegnante di pianoforte complementare al conservatorio e anche mia nonna lo ha studiato. Mio fratello Federico è un pianista e insegna questo meraviglioso strumento alle scuole medie. Quindi, di fatto, gli unici “non musicisti” di casa erano mio padre e mio nonno. Entrambi avvocati. Nonno, però, è anche scrittore e poeta, dunque ho sempre respirato arte, e devo dire che ha un gusto musicale molto raffinato».
Da piccolo, Alberto cominciò ad appassionarsi allo strumento grazie a una serie di sollecitazioni particolari: mamma e zia lo incoraggiavano. E il fratello maggiore, che già da piccolo otteneva diversi riconoscimenti nei concorsi locali e non solo, gli fece venir voglia di emularlo: «Mia zia fu fondamentale – continua – perché si rese conto che avevo un talento particolare per la musica e mi spronò in tutti i modi a studiare. Insomma, ero un bambino che inizialmente si faceva distrarre dai giochi, ma che fu poi rapito totalmente da quello che in famiglia era considerato un vero oggetto sacro». Lo start a 8 anni, l’ingresso in conservatorio a 12. A soli 17, invece, ha conseguito con merito il diploma del “Cursus Supérieur” di pianoforte alla Schola Cantorum di Parigi, prestigiosa istituzione privata di musica, danza e arte drammatica.
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