Gli scampoli di tessuto, destinati al macero, conquistano nei quadri di Antonella Oriolo gli spazi per essere protagonisti, per raffigurare un mondo in cui fantasia, sostenibilità e sensibilità verso le tematiche più attuali, trovano il loro armonioso mélange. Creare dei dipinti con stoffa riciclata è una vera e propria arte per questa artista di Catanzaro Lido, conosciuta come “l’artista delle stoffe” e “l’artista del cuore”. Le brillano gli occhi quando racconta com’è iniziato tutto e le difficoltà per far apprezzare e riconoscere questa forma d’arte fuori dagli schemi canonici. Eppure, quei mosaici colorati di stoffa racchiusi in cornici di legno sono diventati la sua cifra stilistica, la sua personale forma espressiva apprezzata in Italia e all’estero. Opere ancor più uniche per la creatività, per l’entusiasmo di Antonella: «Per me l’arte è tutto, il mezzo bellissimo per arrivare agli altri», mi dice. Forbici, stoffe resistenti di tappezzeria, colla per tessuti sono gli arnesi che esprimono quel che vede intorno, quel che si muove nel suo universo. E quando le si chiede come nascono le sue opere, prende un bel respiro, sorride e inizia a raccontare la sua avventura. «Dipingo con le stoffe. Ad eccezione del supporto e della cornice in legno, tutto è realizzato con tessuti di tappezzeria. Scampoli destinati al macero, a cui do nuova vita. Li uso per la base colorata e le sagome: nell’universo femminile che racconto, l’effetto supera la dimensione bidimensionale. In un cromatismo che negli anni ho perfezionato». Antonella non si è abbattuta quando i suoi dipinti non venivano considerati arte. È da tredici anni che usa questa tecnica per i suoi quadri. Tutto è iniziato durante la tesi all’Accademia delle Belle Arti. «La consistenza pesante delle stoffe, che prendo dai tappezzieri per divani, mi hanno affascinato. Ho trovato la mia tecnica per realizzare a mano dei perfetti collage. Dalla tesi sono maturata come persona: un’evoluzione che si è riversata sui miei quadri con stoffa, creando una nuova dimensione artistica imperniata sulle donne e sui sentimenti». All’inizio qualcuno storceva il naso, i suoi dipinti non venivano capiti: solo perché non erano quelli classici. Racconta di quel che è passato: qualche porta chiusa in faccia. Ma quel tonfo non l’ha gettata nello sconforto. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria