«Le farine che seleziono per i miei impasti le scelgo in maniera meticolosa perché tengo in primo luogo alla salute delle persone. Per questo motivo mi affido ad alcuni mulini della provincia di Cosenza che macinano grani antichi coltivati a ogni altitudine di alcune località della nostra regione. Tra le varie che utilizzo prediligo quella di segale e quella derivata da tanti altri cereali integrali di ottima qualità, purché siano rigorosamente biologici. Questa selezione la porto avanti anche nella scelta dei salumi e dei formaggi, perché non faccio sconti alla qualità, che ricerco soprattutto tra i produttori di filiere corte che lavorano nel pieno rispetto delle tradizioni. Diversi prodotti tra questi, poi, mi fanno venire l'acquolina in bocca al sol pensiero: come il lardo magro di suino nero allevato biologicamente e la profumata ricotta della mia adorata vicina di casa».
Il suo segreto? Il ritorno alle origini e alle semplicità. Sabrina Bianco, classe 1991, non smette di stupire chi ha avuto la fortuna di conoscere la sua professionalità. E dopo aver portato a casa il titolo di “Pizzaiolo Emergente” del 2021, assegnatole dal Gambero Rosso, le è stato assegnato, proprio nella sua amata Fagnano Castello dov’è nata, il premio Galarte, che gode dell’alto patrocinio del Senato. Una passione la sua, nata tanti anni fa, anche se rivela che inizialmente non pensava avrebbe mai messo le mani in... pasta: «Lavoro da tanti anni nel mondo della ristorazione, ho cominciato facendo la cameriera e poi l'aiuto cuoco. Ho iniziato presto poiché sono rimasta orfana di entrambi i genitori e avevo un solo desiderio: scrivere la mia storia, senza piangermi addosso. Sono la quinta di una famiglia numerosa e ho capito subito che dovevo darmi da fare. Ma, ad essere sincera, ero convinta che non sarei mai riuscita a stendere una pizza».
Provvidenziale è stato un pizzaiolo che lavorava alla maniera antica e che la invitò ad esercitarsi con l'impasto avanzato: «Un giorno ricordo che dovette assentarsi e io fui catapultata in questa attività. Il titolare fu lapidario e mi disse: «Stasera le pizze le sforni tu». Desiderosa di conoscere e formarmi, intrapresi il mio corso per pizzaioli professionisti. E poi approdai nella Capitale. Dove lavorai per qualche tempo».
A Roma mancavano però i profumi della Calabria e così la giovane Sabrina decise di ripercorrere i passi al contrario: «Fu una scelta di amore e di cuore. Mi resi conto che alcuni sapori e alcuni profumi della mia terra mi mancavano terribilmente – continua – e che avrei dovuto ricercarli e portarli nel mio quotidiano lavoro. Adesso mi rendo conto che, con le mie scelte, sto riportando le lancette dell’orologio indietro. E per questo Gabriele Bonci, bravissimo chef e pizzaiolo romano, che considero il mio mentore, conosciuto dal grande pubblico per aver partecipato al cooking show della Rai “La prova del cuoco”, mi ha definito la pizzaiola agricola che cerca di fare grandi cose anche con una semplice melanzana appena raccolta. E del resto per me il gourmet è andare nell’orto per vedere cosa posso aggiungere nella pizza».
La professionista cosentina, però, eccelle anche nel mondo del sociale e si batte quotidianamente per un mondo più inclusivo. A Roma era stata impegnata con il progetto “Forni Solidali” che spera si allarghi a macchia d'olio ovunque : «Alle scuole medie avevo una compagna che viveva sulla sedia a rotelle. Allora non c'era l'insegnante di sostegno e noi compagne ci prendevamo cura di lei. L'idea dei corsi professionali per i ragazzi diversamente abili è vincente, per me è una grande soddisfazione vederli all'opera e io lo porto avanti anche in maniera gratuita. Anzi, alcuni di loro li ho coinvolti al Mondiale di Pizza Piccante che si è tenuto qualche anno fa a Scalea. E si sono dilettati a preparare pizze per i partecipanti della manifestazione. Il mio sogno è che le Istituzioni si accorgano che corsi del genere sono necessari, perché oggi l’attività procede contando sui colleghi che ci aprono le porte dei loro locali in maniera, devo sottolineare, entusiastica e generosa. Come la Calabria sa fare».
La trentenne Sabrina, che è mamma di un bambino di sette anni cresciuto con acqua e farina, corre come un treno progettando le prossime sfide ed è grata al paese che le ha dato i natali per il riconoscimento che ha ricevuto: «L'emozione è stata grande. Il premio "Artista del territorio" conferito a giovani che si sono distinti nella nostra regione mi ha rallegrato perché il sindaco Giulio Tarsitano ha speso parole molto belle evidenziando che alla fine “non c'è raccomandazione che tenga perché chi ha talento è destinato ad emergere” . Il mio grazie più sentito va a Fagnano, che metto sempre nei mie impasti e nelle mie creazioni e ai miei familiari, che rappresentano le mie radici. Ora vado avanti, sapendo che la mia terra non la lascerò mai. Mi attendono stage con nomi altisonanti che non voglio citare ancora perché da buona calabrese sono un po’ scaramantica».
Non manca pure un pensiero per le donne che oggi faticano tanto: «Mi reputo una persona semplice. Una mamma che lavora e che crede nella forza delle donne. Noi – conclude con piglio deciso – abbiamo, però, il diritto di crescere nella professione e non dobbiamo porci limiti. Essere madri non deve essere un peso. E per questo i miei riconoscimenti li dedico sempre alle donne che faticano il triplo per emergere e farsi strada. Io lavoro portando il mio piccolo con me. E oggi ringrazio soprattutto chi me lo ha permesso».
Sabrina, la pizzaiola agricola di Fagnano Castello. E' "l'emergente" per il Gambero Rosso
La trentenne ha ricevuto dal “Gambero Rosso” il titolo di Emergente per il 2021. Il segreto? Il ritorno alle origini e alla semplicità. Gabriele Bonci il suo mentore
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