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Elezioni, il muro dei calabresi contro i “paracadutati”

La Calabria rischia di diventare nuovamente terra di conquista per i big nazionali dei partiti. L’ipotesi Salvini per la Lega, nel M5S avanza Baldino e il Pd potrebbe dare spazio a Stumpo

Matteo Salvini l’ha buttata lì, quasi a mo’ di battuta, di fronte alle insistenze dei cronisti: «Io candidato in Calabria? Mi farebbe piacere». In fondo, altro non sarebbe che un remake del 2018. Altri leader, a sinistra, sotto sotto, non disdegnerebbero una corsa elettorale tra il Pollino e lo Stretto. Come già successo nel recente passato, l’esercito dei “paracadutati” potrebbe sconvolgere i piani e gli assetti dei colonnelli locali che da qualche tempo coltivano il sogno del grande salto in Parlamento.
Difendere postazioni e spazi non sarà semplice perché stavolta a complicare ulteriormente il quadro c’è anche la riduzione del numero degli eletti. Lega a parte, nel centrodestra lo spettro di vedere catapultati nelle liste calabresi esponenti di primo piano, originari di altre regioni, è reale. Non è un caso che i responsabili provinciali e regionali dei principali partiti della coalizione abbiano già manifestato a Roma il loro disappunto per un’ipotesi che prende corpo col passare dei giorni. E se per Forza Italia il governatore Roberto Occhiuto va ripetendo la necessità di «valorizzare» le risorse che il partito ha in Calabria, lo stesso può dirsi per Wanda Ferro e Fausto Orsomarso, il duo alla guida di Fratelli d’Italia (partito nel quale milita anche l’ex europarlamentare “cosentino” Alfredo Antoniozzi). Ciò non toglie che l’ultima parola resti in capo ai leader, e dunque chi può escludere l’inserimento in lista last minute di qualche big rimasto la certezza di uno scranno in Parlamento?

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