"Occorre introdurre dei correttivi sul Pnrr". A dirlo è stato Luca Bianchi, direttore dello Svimez, intervenendo al convegno sul tema "Sud, Calabria e Pnrr: prospettive di ripresa post pandemia", in corso a Catanzaro.
«In Calabria - ha spiegato Bianchi - siamo in una situazione ovviamente complicata, perchè arriviamo da una lunga pandemia che ha fatto perdere il 9% del Pil ed eravamo nel mezzo di una ripresa anche buona, alla quale partecipava anche la Calabria e che purtroppo in parte è interrotta dagli effetti della crisi ucraina, che, soprattutto per effetto delle materie prime, sta impattando sia sui redditi delle famiglie, che sono costrette a pagare i costi dell’energia, sia sulle imprese che quindi vanno supportate. L’opportunità - ha continuato - è rappresentata dal Pnrr, che destina al Sud una quota importante delle risorse, intorno agli 85 miliardi se fosse avverato il 40% delle risorse. Il problema, che abbiamo sottolineato in questi giorni, è che occorre introdurre dei correttivi sul Pnrr, su due temi. Il primo, principale, è quello della ridistribuzione delle risorse per investimenti sui servizi, penso agli asili nido, alle palestre, agli ospedali: qui - ha sostenuto il direttore dello Svimez - il meccanismo competitivo, nel quale vengono messi in concorrenza i Comuni, rischia di sfavorire molto le aree più deboli del Paese, come la Calabria che ha tanti Comuni piccoli e senza uffici di progettazione, e questo non può essere pagato dai cittadini del Mezzogiorno. E quindi occorre introdurre dei correttivi che superino questo meccanismo competitivo e garantiscano effettivamente la realizzazione del territorio e la destinazione del 40% delle risorse. L’altro è il tema delle imprese: dalla nostra analisi risulta che nei trasferimenti alle imprese al Sud va appena il 20% delle risorse, questo perchè mancano politiche industriali, manca un investimento chiaro sulle Regioni del Mezzogiorno, a esempio nella logistica e nell’agroalimentare. Quindi su questo - ha concluso Bianchi - bisogna orientare di nuove le risorse con politiche settoriali».
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