Meritato ingresso di un film “Made in Calabria” il 4 settembre prossimo al concorso ufficiale della Mostra del Cinema di Venezia. “Padrenostro”, l’attesissimo lavoro di Claudio Noce (“Good morning Aman”, “La foresta di ghiaccio”,”1994”) sembra avere tutte le carte in regola per mietere consensi e riconoscimenti. Interpretato da Pierfrancesco Favino – che l’ha anche co-prodotto con la sua PKO Cinema & co. – il terzo lungometraggio del regista Noce, romano di origini crotonesi, pone sotto i riflettori gli universi paralleli dei ragazzi e degli adulti, entrambi coinvolti in un tragico fatto di cronaca della storia contemporanea, e li narra attraverso una tecnica centrata sul continuo rimando tra mondo esterno ed interno, tra fatti oggettivi e vissuti intimi.
La vicenda, ambientata nella Roma del 1976, è quella di Valerio (Mattia Garaci), bambino di dieci anni la cui vita viene sconvolta dall’attentato al padre Alfonso (Favino) da parte di un commando terroristico. Un evento tragico che segna in maniera profonda il ragazzo e tutta la sua famiglia. In quei giorni drammatici Valerio conosce Christian (Francesco Gheghi), di poco più grande di lui, solitario e dal carattere ribelle. L’incontro darà inizio ad un’estate indimenticabile per entrambi, dove alla scoperta della violenza degli adulti si accompagna anche quella del valore dell’amicizia.
ll film, realizzato con Lungta Film, Tendercapital Productions e Vision Distribution, ha usufruito della collaborazione di Sky e Amazon Prime Video e del sostegno della Calabria Film Commission. Dopo le prime scene a Roma, nel luglio 2019, lo scorso ottobre la troupe si è spostata in Calabria, per girare tra la costa tirrenica reggina di Scilla e Palmi e quella ionica di Camini e Riace, con scene che si preannunciano di rara bellezza nel castello San Fili di Stignano, nella Sila Grande, tra Lorica e il lago Arvo, e tra la natura selvaggia del Bosco dei Giganti. Una scelta, quella dei luoghi, coerente con la storia, come ha spiegato il regista quando ha presentato il film a Roccella – anche autore della sceneggiatura con Enrico Audenino – : «La Calabria si inserisce a pieno titolo nel film, perché è in questa terra che si sviluppa il racconto che procede su due piani: quello del gioco e della fantasia dei bambini e quello della realtà degli adulti. Il presupposto è un fatto realmente accaduto nella mia famiglia. Mio padre è nato qui e il ricordo di tante estati passate in Calabria mi ha ispirato una storia che parte da una connotazione privata per poi assumere un respiro universale».
Il drammatico evento che dà avvio ai fatti richiama infatti l’attentato al padre del regista, Alfonso Noce, Responsabile della sezione Antiterrorismo del Lazio, interpretato nel film da Favino. Il 14 dicembre del ’76 il vicequestore crotonese sopravvisse a un attentato dei Nuclei Armati Proletari, avvenuto in prossimità della sua abitazione nel quartiere romano di Monteverde. La parte girata in Calabria, dove avviene l’incontro tra i due ragazzi, ritrae una regione bella ed ospitale: una terra di salvezza e rinascita, lontana dai classici stereotipi che ne assimilano la storia a quella della malavita organizzata. La regione diventa infatti a pieno titolo il quarto personaggio della storia, come hanno sottolineato Noce e lo stesso Favino. «Viene ritratta una regione inaspettata, che supera la narrazione stereotipata per approdare a quella autentica – aveva detto Favino – : una Calabria positiva, di straordinaria bellezza, abitata da un popolo molto ospitale».
Infatti l’attore ha ricambiato l’accoglienza ricevuta concedendosi con grande generosità, soprattutto alle ammiratrici accorse numerose sui luoghi delle riprese. Grande soddisfazione da parte di Giuseppe Citrigno, Presidente uscente della Calabria Film Commission e a cui si deve la straordinaria stagione produttiva per il cinema in Calabria: «Siamo orgogliosi di un traguardo che è anzitutto culturale, grazie all’impegno profuso da Film Commission e maestranze, che hanno lavorato sodo alla realizzazione tecnica e artistica del progetto. Col suo messaggio di fratellanza e riscatto che ha come luogo di narrazione la nostra regione, il film ci dà la possibilità di andare a Venezia con una Calabria bella e vera, lontana da pregiudizi e stereotipi. Confidiamo in qualche riconoscimento, magari per l’interpretazione di Favino».
La regione ha partecipato a “Padre Nostro” anche per le comparse, con un casting organizzato da Obiettvi Creativi e curato dall’attore Lele Nucera, aperto a persone dai 18 ai 70 anni, desiderose di contribuire, anche in piccola parte, al progetto. Nel cast anche Barbara Ronchi (è Gina, la madre di Valerio), Antonio Gerardi e l’attore catanzarese Francesco Colella, nei panni del fratello di Favino. Dopo Venezia “Padrenostro” sarà in sala per Vision Distribution dal 24 settembre prossimo.
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