La Calabria Film Commission, nata nel 2006 e poi diventata Fondazione, ha una lunga e interessante storia, ma non c’è dubbio che da quando, nel luglio 2017, ne è diventato presidente Giuseppe Citrigno i successi si sono moltiplicati. I due David (regia e montaggio) conquistati nel 2018 da “A Ciambra” di Jonas Carpignano, seguiti dalla candidatura italiana all’Oscar, potevano sembrare un traguardo, invece sono stati uno stimolo a fare di più. Sono così arrivati altri due David per i cortometraggi “Bismillah” (2018) di Alessandro Grande e “Inverno” (2020) di Giulio Mastromauro, con quest’ultimo ancora in corsa all’Oscar di categoria. Con un valore aggiunto: sono corti prodotti o coprodotti da una società calabrese, la Indaco Film di Luca Marino. Dimostrazione del fatto che non solo si contribuisce alla realizzazione di film importanti (ricordiamo, per esempio, “Liberi di scegliere” di Giacomo Campiotti e “Aspromonte” di Mimmo Calopresti), ma si punta a valorizzare le forze locali, capaci di portare avanti idee e organizzazione. Citrigno, storico esercente cinematografico di Cosenza e presidente dell’Anec Calabria (Associazione esercenti cinema), una grande e antica passione per il cinema, è arrivato alla presidenza della Fondazione dopo essere stato nella commissione ministeriale per i contributi pubblici alle produzioni. Con lui abbiamo fatto il punto sulla situazione e sulle prospettive dopo il blocco causato dalla pandemia. Per cominciare un’unica domanda possibile: lei è ottimista o pessimista sul futuro del cinema? «Spero che si possa continuare a regalare sogni e ad assicurare un sostegno economico ai tanti lavoratori e alle loro famiglie che vivono di questo settore strategico per la cultura, per il territorio e per l’immagine della Calabria. In ogni caso sono ottimista, riusciremo a risollevarci. È necessario, dunque, pensare al futuro, lavorare per il dopo emergenza. Lo dico da presidente della Calabria Film Commission ma anche come presidente Anec Calabria. Il pubblico tornerà in sala, naturalmente con i dovuti protocolli di sicurezza e nel pieno rispetto delle regole. Ma i dati di questi mesi di lockdown ci hanno dimostrato che i film usciti in streaming non hanno avuto successo. Il luogo deputato alla prima visione resta la sala». Anzitutto, come sta reagendo ai problemi la Calabria Film Commission? «Siamo già ripartiti con azioni concrete. Per quanti riguarda i set, abbiamo disposto proroghe per agevolare le produzioni che in questi mesi avrebbero dovuto girare sul territorio. “Weekend” di Riccardo Grandi; “L’Afide e la Formica” di Mario Vitale (di Lamezia Terme) con Beppe Fiorello; “Ostaggi” di Eleonora Ivone; ”Gli anni belli” di Lorenzo D’Amico; “Una femmina” di Francesco Costabile (di Cosenza); “Rocco” di Federico Cruciani e “Generazione Neet” di Andrea Biglione slitteranno di qualche mese. Si attenderà la fine dell’emergenza Covid ma i film non salteranno, daremo tutto il tempo alle produzioni di tornare a girare da noi. Sono fermamente convinto che si possa continuare a fare cinema in Calabria e non interrompere un circuito virtuoso avviato in questi tre anni di attività della Fondazione». E poi sono arrivati i bandi «Sono stati pubblicati, il 22 maggio scorso, i nuovi bandi di incentivi pubblici per l’attrazione alle produzioni di lungometraggi, serie tv, corti, documentari e videoclip. Promessa mantenuta, dunque, quella di dare nuovo impulso al comparto cinematografico all’indomani della Fase 2. Dagli incontri con la neopresidente della Regione Santelli è emersa la volontà della Regione di difendere il comparto. Sono strumenti a difesa del settore cinema fortemente penalizzato dall’emergenza coronavirus e nel contempo mirano alla promozione del territorio calabrese. Oltre a valorizzarne il patrimonio storico, naturalistico e culturale puntano allo sviluppo di nuove competenze professionali e a creare occupazione giovanile nel settore dell'audiovisivo. Inoltre, dopo i successi e i riconoscimenti a livello nazionale e internazionale degli ultimi tre anni la Fondazione è in movimento con l’avviso, tra gli altri, per sostenere lo sviluppo di sceneggiature». Come affronterete le nuove logistiche per far lavorare una troupe in Calabria? «Su questo attendiamo protocolli sanitari più definiti. Il problema resta la copertura assicurativa che, per ora, non garantisce le produzioni sul rischio Covid 19. Cosa che frena le produzioni a partire con nuovi progetti. Noi, sul territorio, saremo pronti ad accoglierli: le nostre strutture ricettive si stanno adeguando alle nuove regole». Secondo punto di vista: quali sono le prospettive delle sale cinematografiche, nel Sud in particolare? «Non si tratta di Nord o Sud in questo momento. Almeno per la questione sale il problema resta nazionale. Anche se la Calabria ha tenuto bene in questa emergenza, in linea con l’intero Sud, riaprire a macchia di leopardo sarebbe un suicidio soprattutto per le piccole sale di provincia. Su questo l’Anec è compatta. Dobbiamo ripartire tutti insieme, nessuno deve rimanere indietro. Il dialogo con il Ministero è aperto già da tempo. Ora, attendiamo regole certe sui distanziamenti in sala e l’uscita dei blockbuster per fine luglio, così come annunciato dalle case di distribuzione. Partire prima sarebbe un totale disastro. Senza film e senza protocolli nessuno può riaprire». Torniamo alla Fondazione, per inquadrare meglio quanto il lavoro della Commission incida sul tessuto artistico ed economico della Calabria. Prospettive da rinnovare? «Dobbiamo solo continuare a lavorare così come abbiamo fatto in questi tre anni di attività. Oggi la Calabria ha una legge regionale sul cinema (da giugno 2019). Un utile strumento legislativo che ha dato nuovo impulso e ha tutelato finalmente l'intero comparto. Ben 11 milioni e 430 mila euro da investire nel cinema per 2019/2021». Un altro valore aggiunto è il rinnovato interesse nazionale (e non solo) per la Calabria e per il suo territorio e anche l’aver ritrovato una credibilità. Come misura questo valore? E quanto può aiutare una rinnovata sinergia con le altre regioni del Sud, a cominciare dalla Basilicata? «I primi passi del nuovo corso della Fondazione, nel 2017, hanno da subito mostrato un dinamismo che ha portato la Calabria a divenire protagonista, in positivo, di un settore che purtroppo l’aveva vista scomparire dalla scena nazionale. Il primo progetto di ampio respiro con la vicina Basilicata è stato nell'ottica di una moderna proiezione del Mezzogiorno come area strategica al centro del Mediterraneo. Il dialogo con le altre Film Commission è sempre aperto: auspichiamo un polo meridionale del cinema che sembra diventare, con il passare del tempo, una realtà vivace e competitiva. Le produzioni nazionali e internazionali, in virtù del nostro nuovo corso, hanno ricominciato a guardare la nostra terra con estremo interesse. E la legge cinema Calabria è stato l’ultimo tassello per dare impulso e ordine al settore. Le norme non guardano solo all’incoming di produzioni nazionali e internazionali sul territorio della regione Calabria ma, disponendo misure a supporto della formazione, delle sale cinematografiche, dei cineclub, delle rassegne, dei festival, mirano a consolidare, sviluppare e stabilizzare il sistema audiovisivo calabrese nel suo complesso, nell’ottica di farne un efficiente, ed efficace, comparto industriale del sistema regionale». Nel curriculum del suo percorso da presidente c’è una candidatura italiana all’Oscar e quattro David di Donatello. Che importanza hanno? «Quello che ci rende orgogliosi è che si tratta, il più delle volte, di giovani autori calabresi alla loro opera prima. Abbiamo scelto di sostenere progetti coraggiosi, di altissima qualità che raccontassero storie nuove, originali e rispecchiassero una Calabria culturalmente viva. Capace di dire la sua nel panorama del cinema italiano. Stiamo creando una vera e propria scuderia di giovani e nuovi autori. Così come le produzioni indipendenti nate sul territorio si stanno affermando a livello nazionale e internazionale. Una vera e propria filiera sta nascendo e noi cerchiamo di sostenerli dallo sviluppo della sceneggiatura fino alla promozione e distribuzione del prodotto». E siete presenti ai festival più famosi «A Venezia, Cannes, Berlino, Roma gli incontri con produttori, registi e operatori hanno permesso di ristabilire un clima di fiducia verso il territorio calabrese. Tale prassi, supportata da efficienza ed efficacia amministrativa, ha portato a ospitare importanti produzioni che hanno rilanciato la Calabria quale meta privilegiata per i set: lo testimoniano le 43 produzioni che fin qui sono state realizzate (menzioniamo, tra le ultime, “I racconti della domenica” di Giovanni Virgilio, girato a Serra San Bruno)e altre ne stanno arrivando. Tutte hanno visto il coinvolgimento di maestranze locali in una misura mai inferiore al 20%. È stato difatti aperto un nuovo settore industriale con la possibilità di inserimento immediato nel mercato del lavoro per numerosi giovani calabresi. Un lavoro appena iniziato ma che sta dando ottimi frutti grazie al dialogo e alla volontà della Regione Calabria».