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Fellini secondo Natino Chirico, le opere del pittore reggino sul "regista dei sogni" - Foto

Federico Fellini è stato considerato sempre il “regista dei sogni” ed è proprio in questa prospettiva, quella che l'ha reso straordinario in tutto il mondo, che il pittore Natino Chirico, 66 anni, originario di Reggio Calabria, lo vede nelle opere che ha realizzato in Argentina con “performance site specific” (cioè realizzate al momento in interazione ideale con il pubblico presente).

Credo, infatti, che nelle opere di Chirico prevalga in genere un figurativo fortemente concettuale (anche se spesso si è confrontato con l'informale) che trasfigura la realtà in una dimensione che spesso può essere considerata onirica, talvolta anche metafisica, comunque in grado di rimandare le immagini della fantasia umana con grande dinamismo. Il regista è ritratto in cammino, simile e mai uguale, e la diversità dei colori sembra materializzare i sogni, da artista e da uomo. Il progetto argentino comprende anche una mostra, curata come tutto il progetto da Miriam Castelnuovo per l'Istituto italiano di cultura di Buenos Aires, dal titolo “Dedicato a Federico Fellini”. Ne abbiamo parlato con Chirico.

Ogni sua performance in Argentina si è svolta in due momenti: ce li sintetizza?

«Nei dieci giorni trascorsi in Argentina ho tenuto tre diverse performance: a La Plata, a Rosario e infine a Buenos Aires. In totale ho realizzato quattro opere su tela di un metro per un metro con diverse tecniche ma tutte dedicate a Federico Fellini, in omaggio al prossimo centenario della nascita. Il lavoro si è sempre svolto in due fasi: la prima di preparazione della tela, con uno o due colori di base e interventi materici in foglia d'oro o d'argento; la seconda, la performance vera e propria, davanti al pubblico e accompagnata da musiche suonate dal vivo tratte dai film di Fellini. In questa seconda fase c'è stato il completamento dell'opera con la figura Fellini e un ulteriore intervento pittorico. Una modalità di lavoro per me insolita ma estremamente coinvolgente per la presenza di appassionati attenti e partecipi, in un'atmosfera di grande tensione emotiva»

Lei da tempo predilige il soggetto cinema? Perché?

«La mia attenzione al mondo del cinema risale a più di vent'anni fa, ed è questo il motivo per cui Miriam Castelnuovo mi ha cercato per il progetto in Argentina. In occasione dei 100 anni del cinema fui chiamato a fare alcuni disegni per una rivista che parlava della ricorrenza e da lì ha preso il via una ricerca sui grandi protagonisti della settima arte, da Totò a De Filippo, da Fellini alla Magnani e a Charlie Chaplin, per citare solo quelli su cui ho particolarmente lavorato».

Lei ama usare tecniche differenti: su quali si sta concentrando adesso?

«Nel corso della mia vita d'artista ho sempre lavorato in due direzioni: la ricerca dei contenuti, indagando il mio mondo interiore e quello intorno a me, e la ricerca dei mezzi espressivi, che mi ha portato ad arricchire la mia capacità di fare arte anche con materiali non convenzionali, ma il disegno e il pennello sulla tela restano la base imprescindibile del mio lavoro».

Ha lavorato anche nel campo della moda. Un'esperienza che appartiene al passato oppure ancora percorribile?

«È accaduto quando ero giovanissimo, prima con Gianni Versace, poi con Ken Scott e altri, ma, pur essendo state esperienze interessanti sia dal punto di vista umano sia professionale, si sono concluse, perché quello della moda non è il mio mondo».

Lei da molto tempo vive e lavora a Roma, con lunghe permanenze in Umbria. Quanto conta ancora adesso la Calabria, e Reggio in particolare, per l'espressione della sua arte?

«Molto, è fondamentale il mio essere calabrese e reggino. Ho vissuto intensamente la storia e la cultura della mia città. È lì che affondano le mie radici ed è da lì che continuo a trarre la forza e l'energia che ancora oggi caratterizzano il mio lavoro, che ha preso il via nelle aule del liceo artistico “Mattia Preti”».

Quali sono i suoi prossimi impegni?

«Fino a metà dicembre all'Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires sono in mostra 12 mie opere e nel corso del 2020 conto di portare ancora in giro nel mondo il progetto in omaggio a Fellini. Ho poi in preparazione una retrospettiva a Roma e una a Perugia».

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