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Cutro, no al trasferimento delle salme a Bologna: accolte le richieste dei familiari. Rimosso il blocco

Nella giornata di ieri è stato bloccato il trasferimento di tutte le salme delle vittime del naufragio da Crotone al cimitero musulmano di Bologna. Grazie alla mediazione della Prefettura si è riusciti a dare una risposta alle famiglie che da stamattina stavano protestando contro il trasferimento.

Sono 25 le famiglie che hanno accettato di far trasferire nel cimitero emiliano le salme dei loro parenti. Da ieri sera è stato avviato il trasferimento verso il capoluogo emiliano delle prime 14 salme afgane. Domani ne partiranno altre 11 tra cui anche quella di un palestinese. I costi saranno tutti a carico dello Stato.
Complessivamente, con le 7 salme trasferite ieri, saranno 32 le bare che lasceranno il Palamilone. All’interno ne restano 40 di cui 17 di afgani le cui famiglie hanno chiesto il trasferimento nel paese di origine. Altre famiglie hanno già contattato privatamente delle agenzie per trasferimenti in Paesi del Nord Europa: anche in questo caso il costo sarà a carico dell’Italia.

Nella decisione delle famiglie delle vittime decisivo è stato anche l’intervento del presidente della Comunità Islamica di Bologna Yassine Lafram che con una lettera inviata alla Prefettura di Crotone ha assicurato «l'impegno nella mia veste ufficiale, affinché venga data dignitosa sepoltura presso il cimitero islamico di Bologna e nel rispetto del rito funebre islamico, alle vittime del naufragio di Cutro, come richiesto dai familiari. Inoltre, mi impegno affinché i defunti rimangano seppelliti all’interno del cimitero islamico, e che negli anni non vengano né cremati né trasferiti al di fuori del perimetro del cimitero islamico di Bologna».

La protesta stamattina dei parenti delle vittime

Alcune decine di persone, parenti delle vittime del naufragio del 26 febbraio scorso, ieri mattina avevano occupato pacificamente a Crotone la strada che conduce al Palamilone, dove sono state sistemate le 72 salme restituite dal mare. All’origine della protesta, secondo quanto riferito da alcune delle persone presenti, la decisione di trasferire i corpi dalla Calabria a Bologna, contestata dai congiunti delle vittime. Sul posto si sono recate le forze dell’ordine. In serata il blocco è stato rimosso. Donne e bambini sono tornati in albergo mentre gli uomini sono rimasti a dormire all'interno del PalaMilone.

Corbelli si appella ai familiari delle vittime: "Tarsia non è Bologna, soluzione più giusta"

«Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, vuole dare una degna sepoltura alle vittime del naufragio di Cutro, portando le salme nel costruendo cimitero internazionale dei Migranti di Tarsia. A questo proposito il governatore ha contattato telefonicamente il leader del Movimento Diritti civili, Franco Corbelli, promotore della grande opera umanitaria e il sindaco di Tarsia, Roberto Ameruso, che ha dato subito la disponibilità del Comune, mettendo a disposizione una parte della nuova area cimiteriale per l’accoglimento di tutte le salme. Anche il ministero dell’Interno condivide questa soluzione e, tramite la sottosegretaria Wanda Ferro, ha telefonato, nel primo pomeriggio, a Corbelli, per chiedere, a nome del ministro, se c'è questa disponibilità che è stata naturalmente confermata. Sarebbe una soluzione temporanea e fatta in emergenza che, per decisione del Governatore, gestirebbe la Protezione Civile della Regione Calabria, allestendo a Tarsia, una mega struttura, adatta ad ospitare le bare": è quanto si legge in una nota di Diritti Civili.

Il Viminale aveva disposto il trasferimento a Bologna

Era stato disposto entro ieri al cimitero musulmano di Bologna il trasferimento le salme delle vittime del naufragio di Steccato di Cutro che si trovano all’interno del Palamilone di Crotone. La decisione era stata adottata dal ministero degli Interni nell’imminenza della seduta del Consiglio dei ministri che si terrà oggi pomeriggio a Cutro e proprio mentre la Prefettura di Crotone stava lavorando con l’ambasciata afgana per il trasferimento delle salme.

La decisione ha colto di sorpresa le famiglie delle vittime che si trovano a Crotone e che hanno inscenato una protesta attuando un sit in pacifico davanti al Palamilone. La loro richiesta è quella di attendere qualche giorno in modo da avere il tempo per avviare le pratiche per il trasferimento nei paesi di origine. Lo stesso comune di Crotone, che ha raccolto le istanze delle famiglie, aveva già stanziato delle somme per far fronte ai costi del trasferimento prelevandole dal Fondo migranti che poi sarebbe stato rimborsato dal Ministero.

Il sindaco di Bologna: “Legittimo attendere il consenso delle famiglie”

«Credo che le richieste delle famiglie siano sacrosante e legittime, è giusto che abbiano il tempo per valutare un eventuale trasferimento delle salme nel paese di origine. Mi auguro che chi sta gestendo questa cosa per il Governo agisca curando le relazioni con i familiari con la massima cura e umanità. Da parte nostra confermo la disponibilità della città di Bologna ad ospitare le salme, ma ovviamente ogni trasferimento dovrà avvenire solo con il pieno consenso delle famiglie e nel rispetto della dignità dei superstiti, di congiunti e familiari delle vittime». Così il sindaco Matteo Lepore in merito al trasferimento delle salme del naufragio di Cutro a Bologna disposto dal Ministero dell’Interno.

Orrico (M5S): "Governo non sfugga alle proprie responsabilità"

M5S e Pd danno conto nell'Aula della Camera della protesta delle famiglie delle vittime del naufragio dei migranti a Cutro sul trasferimento dei cadaveri. "Il governo ci spieghi cosa sta succedendo garantendo che le bare restino a Crotone senza sfuggire alle proprie responsabilità", sostiene Anna Laura Orrico.

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