Una lunga scia di sangue tra le mura domestiche. La tragedia di Scalea si somma ai numerosi drammi familiari avvenuti in Calabria. La strage delle donne non conosce sosta. Solo due mesi fa, tutta Italia era rimasta sconvolta per la fine di un’insegnante in pensione che viveva nell’area ionica del Cosentino.
Lo scorso luglio Luigi Carlino, ex falegname di 73 anni, pensionato, ha ucciso a coltellate la moglie Domenica Caliciuri, detta Mimma, di 71 anni, insegnante anche lei in pensione. L’efferato delitto è avvenuto nella casa della coppia a Mandatoriccio. Dalle indagini, emersero particolari agghiaccianti: il marito dopo averla accoltellata, adagiò il suo corpo sul letto e vegliò il cadavere per due giorni.
In quei due giorni – raccontò agli inquirenti – si spostò anche al bar qualche volta per poi tornare nella casa degli orrori. Quando gli investigatori scoprirono il delitto, si misero subito sulle sue tracce. Il pensionato fu rintracciato nel bar vicino casa. Inizialmente confessò l’omicidio e indicò anche il luogo in cui aveva nascosto il coltello con cui avrebbe ucciso la moglie. Si giustificò dicendo che avrebbe reagito in quel modo accusando la moglie di presunti tradimenti. Ma in un secondo momento si è avvalso della facoltà di non rispondere. Mimma era una donna apprezzata e stimata da tutti. Un’insegnante preparata, una donna generosa e altruista.
Lo scorso 8 marzo, proprio nel giorno della Festa della donna a San Leonardo di Cutro, in provincia di Crotone, un’altra terribile strage. Vincenza Ribecco è stata uccisa con un colpo di pistola dal marito, Alfonso Diletto.
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