«In un contesto socio-economico segnato trasversalmente dagli effetti della pandemia le cosche calabresi continuano a presentarsi quale potenziale minaccia su larga scala ai tentativi di ripresa». E’ l’allarme lanciato dalla Direzione investigativa antimafia nell’ultima Relazione semestrale al Parlamento che restituisce l’immagine di una 'ndrangheta «silente ma più che mai pervicace nella sua vocazione affaristico imprenditoriale, nonchè costantemente leader nel narcotraffico». Cresce «la preoccupazione legata ad un modello collaudato che vede la criminalità organizzata calabrese proporsi ad imprenditori in crisi di liquidità offrendo forme di sostegno finanziarie parallele e prospettando la salvaguardia della continuità aziendale con l’obiettivo di subentrarne negli asset proprietari e nelle governance». Mentre, soprattutto in funzione delle risorse del NextGeneration Ue, il pericolo concreto «è rappresentato dalla comprovata abilità dei sodalizi calabresi di avvicinare e infiltrare quell'area grigia che annovera al suo interno professionisti compiacenti e pubblici dipendenti infedeli in grado di consentire l’inquinamento del settore degli appalti e nei più ampi gangli gestionali della cosa pubblica». Diverse inchieste giudiziarie «continuano a dar prova dell’attitudine delle 'ndrine a relazionarsi agevolmente sia con le sanguinarie organizzazioni del narcotraffico sudamericano, sia con politici, amministratori, imprenditori e liberi professionisti potenzialmente strumentali al raggiungimento dei propri obiettivi. Grazie alla diffusa corruttela verrebbero condizionate le dinamiche relazionali con gli enti locali allo scopo di ricavare indebiti vantaggi nella concessione di appalti e commesse pubbliche sino a controllarne le scelte. Risulterebbe pertanto inquinata la gestione della cosa pubblica e spesso alterata la competizione elettorale».
I locali di 'ndrangheta nel Nord-Italia
La mappa che segue è rappresentativa dei locali di ‘ndrangheta emersi nel Nord Italia nel corso degli anni in attività giudiziarie ed è emblematica della forza espansionistica delle cosche e della loro vocazione a replicare fuori delle aree di origine lo schema tipico delle organizzazioni calabresi. In totale le indagini hanno consentito di individuare 46 locali, di cui 25 in Lombardia, 16 in Piemonte, 3 in Liguria, 1 in Veneto, 1 in Valle d’Aosta ed 1 in Trentino Alto Adige.
Le cosche a Reggio Calabria - Mandamento Centro
Nella città di Reggio Calabria si conferma una certa stabilità degli assetti criminali verosimilmente in linea con la strategia di silente salvaguardia dei superiori interessi economici delle cosche. Tuttavia si ricorda come il 26 maggio 2021 sia occorso il tentato omicidio di un esponente di rilievo della cosca Tegano investito a forte velocità da un furgone poi datosi alla fuga. Gli approfondimenti investigativi scaturiti hanno condotto il 19 luglio 2021 all’esecuzione da parte della polizia di Stato di una misura cautelare nell’ambito dell’operazione “Full Speed”13 nei confronti di 2 soggetti riconducibili alla famiglia Molinetti ritenuti responsabili del tentato omicidio, nonché di ricettazione e danneggiamento aggravati dalle modalità mafiose. La figura criminale dei predetti era già emersa nell’ambito dell’operazione “Malefix”14 del 24 giugno 2020 che tra l’altro aveva dato conto di una frizione all’interno della cosca De Stefano ad opera della predetta famiglia Molinetti nel quartiere Gallico15. Nel mandamento centro risultano egemoni le cosche Libri, Tegano, Condello e De Stefano. Ecco l'elenco dei clan presenti nel Mandamento Centro. Nasone-Gaietti (Scilla) Zito-Bertucca-Imerti (Villa San Giovanni) Rodà-Paviglianiti (Bagaladi) Ambrogio-Latella (Motta San Giovanni) Zavettieri-Stellitano (Montebello Ionico) Società di Melito: Iamonte, Zavettieri, Maesano-Pangallo-Favasuli (Melito Porto Salvo) Vadalà-Scriva-Talia (Bova, Bova Marina) Locale di Gallicianò: Paviglianiti, Nucera, Rodà-Casile (Condofuri) Locale di Roghudi: Zavettieri, Maesano-Pangallo-Favasuli (Roccaforte del Greco, Roghudi) Paviglianiti (San Lorenzo) Serraino (Cardeto) Greco (Calanna-Bagaladi) Serraino-Musolino (Sant'Alessio in Aspromonte) Zito-Bertuca-Imerti-Buda (Fiumara) Alvaro-Laurendi (Bagnara Calabra) Garonfolo-Imerti-Buda (Campo Calabro) Zito-Bertucca-Creazzo (San Roberto)
Le cosche nella città di Reggio Calabria
Tegano-Fontana-Condello-De Stefano (Archi) De Stefano-Tegano-Libri (centro storico) Lo Giudice (Pineta Zerbi, San Brunello) Serraino-Morabito (Terreti-San Sperato) Ficara-Latella (Ravagnese-Pellaro) Neri-Quattrone (Gallina) Borghetto-Caridi-Zindato-Rosmini (Ciccarello, Modena, San Giorgio) Labate (Rione Ferrovieri, Gebbione, Stadio Sbarre) Alampi-Meniti riunite nel Locale di Trunca-Allai (Frazione Trunca) Libri (Cannavò, Mosorrofa, Spirito Santo, Trabocchetto) Crucitti riunita nel Locale di Condera-Pietrastorta (Condera, Pietrastorta) Polimeni-Morabito (Ortì) Tegano-De Stefano-Lo Giudice-Condello (Santa Caterina) Polimeni-Morabito (Podargoni) Lo Giudice-Stillitano (Vito) Tegano (Tremulini) Audino-Postorino (Eremo) Rugolino (Villa San Giuseppe) Araniti (Sambatello) Rugolino-Le Pera (Catona, Rosalì, Salice) Condello-Rodà (Gallico)
Provincia di Reggio - Mandamento Tirrenico
Le cosche del mandamento tirrenico continuano ad esprimere una spiccata vocazione imprenditoriale. In linea di massima l’ingerenza delle cosche si espliciterebbe attraverso la gestione per interposta persona degli appalti secondo logiche prestabilite di spartizione. Nella Piana di Gioia Tauro si continua a registrare l’operatività dei gruppi Piromalli e Molè nei cui confronti è proseguita l’azione di contrasto anche di natura ablativa da parte delle autorità inquirenti verso i patrimoni illecitamente accumulati. Particolarmente incisiva è stata l’azione di contrasto sul territorio della Piana di Gioia Tauro a carico dei gruppi Piromalli e Molè risultati destinatari di numerosi provvedimenti giudiziari. Ecco le cosche presenti nel Mandamento Tirrenico Albano-La Malfa-Cimato-Pesce-Pantano (San Ferdinando) Riunite nella società di Rosarno: Bellocco-Pesce-Ascone-Oppedisano Molè-Piromalli (Gioia Tauro-San Ferdinando) De Maio-Brandimarte (Gioia Tauro) Bruzzese-Gallico-Parrello-Santaiti-Gioffrè (Palmi) Caia-Laganà-Gioffrè-Parrello-Santaiti-Gioffrè (Seminara) Cianci-Maio-Hanoman (Taurianova, frazione San Martino) Alvaro (Sinopoli, Cosoleto, Delianuova, Melicuccà, San Procopio, S. Eufemia d'Aspromonte, Scido) Fedele (Varapodio) Cammaroto (Santa Cristina d'Aspromonte, Scido) Riunite nel locale di Oppido Mamertina: Rugolo-Mammoliti-Italiano-Papalia-Sergi (Castellace), Ferraro-Raccosta-Zumbo-Polimeni-Mazzagatti-Bonarrigo-Mammoliti-Rugolo (Oppido), Italiano-Papalia (Castellace, Cosoleto, Delianuova, Santa Cristina d'Aspromonte-Scido) Avignone-Zagari-Viola-Fazzalari-Asciutto-Neri-Zappia-Sposato-Tallarida (Taurianova) Raso-Albanese-Gullace (Cittanova, Molochio, Terranova Sappo Minulio) Facchineri (Cittanova, Giffone, San Giorgio Morgeto) Longo-Versace-Petullà (Polistena) Facchineri-Foriglio-Tigani-Longo-Versace-Petullà-Ierace-Auddino-Ladini (Cinquefrondi) Facchineri-La Rosa (Giffone) Franconieri (Maropati) Lamari-Chindamo (Galatro, San Pietro di Caridà) Lamari-D'Agostino-Chindamo-Ferrentino (Candidoni, Feroleto della Chiesa, Laureana di Borrello) Lamanna-Tassone-Albanese (Serrata) Bianchino (Anoia) Mercuri-Napoli (Melicucco) Gullace-Cutellè-Tassone-Albanese (Laureana di Borrello) Cacciola-Cacciola-Grasso (Rosarno) Crea (Rizziconi)
Provincia di Reggio Calabria - Versante Ionico
Le cosche del mandamento ionico confermano una forte propensione per il traffico internazionale di stupefacenti, riuscendo a movimentare grandi quantitativi di droga grazie a consolidati rapporti di affidabilità con i fornitori stranieri. Per quanto attiene alla mappatura geo-criminale delle consorterie si richiama in primo luogo il locale di Platì in seno al quale si conferma l’operatività delle cosche federate BARBARO-TRIMBOLI-MARANDO che annoverano proiezioni operative nel nord Italia. Nel locale di San Luca risultano egemoni le cosche PELLE-VOTTARI-ROMEO e NIRTA-STRANGIO. Proprio San Luca è da sempre considerato la “mamma” di tutti i locali di ‘ndrangheta. Qui è infatti presente il Santuario della Madonna di Polsi noto per i summit71 nel cui corso si orientano gli affari, si definiscono le alleanze, si dirimono le controversie e vengono dettate le strategie criminali della ‘ndrangheta.
Provincia di Catanzaro
Nel Distretto di Catanzaro lo scenario criminale e l’operatività della criminalità organizzata ha confermato la pericolosità delle cosche incentrata sulla sempre maggiore capacità di penetrazione nei contesti economici, politico-amministrativi e sociali. Si osserva tuttavia una staffetta generazionale causata dal venir meno di capi e affiliati di rilievo decimati dai numerosi arresti e dalle inchieste giudiziarie. Nel territorio di Catanzaro non si sono registrati mutamenti significativi circa la mappatura criminale dove rimane salda la presenza dei clan “storici” come i GAGLIANESI, nonché quella dei GRANDE ARACRI di Cutro e dei cd. ZINGARI (famiglie COSTANZO-DI BONA, ABBRUZZESE-BEVILACQUA, PASSALACQUA, BERLINGERI) attivi nelle attività usuraie con la finalità di rilevare attività economiche in sofferenza per poi “affidarle” a prestanome. E’ doveroso tener presente come la criminalità organizzata in questo ultimo periodo potrebbe annoverare tra i suoi interessi principali quello verso i fondi del PNNR.
Provincia di Vibo Valentia
Nella provincia di Vibo Valentia continua l’egemonia della cosca dei Mancuso di Limbadi qualificato interlocutore con i clan della provincia di Reggio Calabria e in particolare con quelli stanziati da tempo nella Piana di Gioia Tauro. La provincia vibonese negli ultimi tempi è stata oggetto di diverse operazioni e inchieste giudiziarie quali “Rinascita-Scott” e “Imponimento” ampiamente descritte nei semestri precedenti. Al riguardo si evidenzia che l’8 novembre 2021 il GUP di Catanzaro ha comminato oltre 650 anni di carcere in 70 condanne per coloro che hanno scelto il rito abbreviato. Inoltre e relativamente all’inchiesta “Rinascita-Scott” i Carabinieri di Vibo Valentia il 14 dicembre 2021 hanno catturato 2 latitati ricercati da due anni allorquando si sottraevano all’arresto del 19 dicembre 2019 nell’ambito della citata operazione.
Provincia di Crotone
Nel territorio della provincia crotonese si continua a registrare la presenza egemone dei GRANDE ARACRI di Cutro, ormai da anni punto di riferimento delle altre consorterie criminali della provincia con significative proiezioni nel nord Italia. Nel capoluogo risulterebbero operative le famiglie VRENNA-CORIGLIANO-BONAVENTURA e i BARILARI-FOSCHINI. La famiglia TORNICCHIO-MANETTA rimarrebbe egemone in località Cantorato, mentre i MEGNA e i RUSSELLI sarebbero attivi nella frazione di Papanice e a sud del capoluogo, nella zona di Isola di Capo Rizzuto sono attivi gli ARENA-NICOSCIA-MANFREDI-CAPICCHIANO. Nel semestre in esame la Guardia di finanza coordinata dalla DDA di Catanzaro nell’ambito dell’operazione di polizia giudiziaria “Turos”82 il 27 ottobre 2021 ha arrestato 5 soggetti ritenuti responsabili di usura, estorsione, turbata libertà degli incanti, trasferimento fraudolento di valori, impiego di denaro di provenienza illecita, falsità materiale e associazione mafiosa. Tale attività illecita in grado di affiancarsi e sostituirsi ai canali legali del mercato finanziario ha potuto proliferare e approfittando delle difficoltà del contesto economico del territorio mutarsi in pratica usuraia.
Provincia di Cosenza
La provincia di Cosenza continua a registrare la presenza e l’operatività delle cosche LANZINO-PATITUCCI, PERNA-CICERO, nonché quella degli ABBRUZZESE e RANGO-ZINGARI rappresentata da eredi della cosca BRUNI e degli ZINGARI con a capo elementi della famiglia RANGO. Gli interessi criminali nell’area sono sempre rivolti sia alle tradizionali attività illecite quali le estorsioni, l’usura e i traffici di droga, sia agli appalti. Proprio riferita alla lotta al traffico di droga oltre all’operazione del 7 luglio 2021 denominata “Thurium”83 dei Carabinieri che ha portato all’arresto a Cosenza di 7 spacciatori, il 25 settembre 2021 la Polizia di Stato di Corigliano-Rossano ha dato esecuzione ad un provvedimento cautelare nei confronti di altri 14 soggetti ritenuti responsabili di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. L’operazione denominata “Portofino” ha consentito di smantellare le principali piazze di spaccio a Corigliano Rossano e ha rivelato che alcune cessioni di sostanze stupefacenti avvenivano anche all’interno di una struttura ospedaliera e talvolta con la partecipazione di minori.