Pino Munno, ex assessore della giunta comunale di Rende, varca il portone del palazzo di giustizia con passo veloce. È accompagnato dal suo legale di fiducia, l’avvocato Enzo Belvedere: al secondo piano li attende il gip Letizia Benigno per procedere all'interrogatorio di garanzia. L’esponente politico è accusato dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro di aver mantenuto rapporti equivoci con il gruppo dei fratelli Adolfo e Massimo D’Ambrosio appartenenti alle cosche “confederate” cosentine. Munno, a parere dei pubblici ministeri Vito Valerio e Corrado Cubellotti, avrebbe ottenuto il sostegno elettorale dei D’Ambrosio promettendo in cambio favori. Alla base delle gravi contestazioni una serie di intercettazioni che vedono in contatto l’ex assessore con Massimo D’Ambrosio e quest’ultimo poi parlare dell’amministratore con altri sodali nel corso di ulteriori colloqui.
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