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La ministra Cartabia a Reggio Calabria: "In questa terra le sfide più impegnative per la giustizia"

Malgrado Reggio Calabria sia la capitale storica ed attuale della 'ndrangheta, gli organici dei magistrati continuano a rimanere desolatamente scoperti

La ministra della Giustizia, Marta Cartabia, è arrivata stamane nella Scuola Allievi Carabinieri «Fava e Garofalo» di Reggio Calabria, per l’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte d’Appello. Al termine della cerimonia la Guardasigilli e il sindaco facente funzioni di Reggio Calabria, Paolo Brunetti, firmeranno un protocollo d’intesa che consentirà il riavvio dell’iter per l’attivazione del cantiere e il completamento del Palazzo di Giustizia della città.

Tra i primi intervenire, durante la cerimonia, anche il presidente della Corte d'Appello Luciano Gerardis: "Un particolare ringraziamento va alla nostra Ministra, la cui presenza tra noi è motivo di orgoglio e di grande soddisfazione. È la prima volta che un Ministro della Giustizia onora questo distretto della sua partecipazione all’udienza solenne di inaugurazione di un anno giudiziario; e non sfugge a nessuno il pregnante significato di questa scelta. È anzitutto un segno di sensibilità e di grande attenzione per le problematiche del territorio, che notoriamente presenta assolute specificità nella giurisdizione. Ed è anche un segnale di vicinanza a chi, pur tra mille difficoltà, continua con dedizione ad amministrare giustizia. Ma è di più. È un’altra dimostrazione della cura con la quale la ministra Cartabia segue i problemi del Mezzogiorno, per il cui approfondimento ha pure istituito, assieme alla Ministra per il Sud e per la Coesione territoriale, un’apposita Commissione; e più in generale è un’ulteriore tappa dell’impegno preso sin dal suo insediamento con i distretti: la piena disponibilità ad ascoltare direttamente le tematiche dei territori e ad illustrare nelle sedi decentrate le soluzioni che il suo Ministero intende adottare, dialogando con tutti gli operatori di giustizia".

Le carenze d'organico e i posti scoperti

Sull'atavica insufficienza degli organici dei magistrati: "Malgrado Reggio Calabria sia la capitale storica ed attuale della 'ndrangheta, che per la sua multiforme attività illecita intasa la giurisdizione, condizionando inevitabilmente la stessa destinazione delle risorse disponibili, gli organici dei magistrati continuano a rimanere desolatamente scoperti, risultando vano anche il fattivo impegno dello stesso C.S.M.

Deserti vanno infatti i bandi ordinari per la grande maggioranza dei posti, e persino i bandi per applicazioni extradistrettuali, che pure garantiscono una durata limitata oltre a benefici economici e di carriera. Evidentemente, neppure questi riescono più a rendere appetibili posti che, per la ponderosità dei carichi e l’impegno anche di vita che richiedono, non sono in alcun modo equiparabili a quelli di altri uffici giudiziari. In questo contesto ogni bando ordinario finisce per aggravare le scoperture, rimanendo spesso senza aspiranti molti posti del distretto a fronte di un esodo talvolta massiccio verso altre sedi. Assai significativo è ciò che è accaduto molto recentemente a questa Corte. Sebbene fossero stati banditi 8 posti di consigliere, uno soltanto è stato coperto, ed invece sono stati contestualmente trasferiti ad altri uffici ben 4 magistrati. La conseguenza è che oggi quasi la metà dei posti di consigliere (15 su 32) è scoperta, ed a ciò va aggiunta l’ulteriore vacanza del posto di magistrato distrettuale".

Prima volta a Reggio Calabria

"E' la prima volta del ministro giustizia a Reggio, è vero, ma anche opportuno perché la presenza serve laddove la giustizia affronta le sfide più impegnative. Una presenza che rinnova particolare vicinanza a una terra splendida ma sotto il giogo della 'ndrangheta, dove è avviato un virtuoso percorso di rinascita. La battaglia continua, ma non è ancora terminata" ha detto la ministra Cartabia. Nel suo discorso spazio anche a organizzazione del lavoro, digitalizzazione, edilizia giudiziaria, risorse umane: pilastri della riforma della Giustizia. «Il ruolo del ministero in questo contesto - ha spiegato Cartabia - è essenzialmente quello di assicurare più risorse e più strumenti a tutti gli uffici giudiziari perché possano svolgere al meglio la loro altissima funzione. Personale, a partire dai magistrati e dal personale amministrativo, risorse per l’edilizia, per la digitalizzazione. Anche qui a Reggio Calabria - ha ricordato il ministro - i vuoti di organico, soprattutto di personale amministrativo e di dirigenti, rendono più difficoltoso il lavoro di tutti. Conosco i numeri sulle scoperture (15% a Reggio Calabria), così come conosco il bisogno di rinforzi di magistrati, che si avverte in questo distretto impegnato - come quello di Catanzaro - anche in importanti processi contro la criminalità organizzata. I rinforzi - ha annunciato arriveranno. I concorsi per l’accesso in magistratura sono ripartiti».

Nuovi concorsi e nuovo personale

La ministra Cartabia ha evidenziato che, con le restrizioni dovute alla pandemia, «anche assolvere questi adempimenti che debbono essere ordinari e a cadenza regolare ha richiesto un lavoro impegnativo di cui ringrazio tutti gli uffici del ministero. A breve dovrebbero terminare le correzioni delle prove scritte del concorso per 310 posti in magistratura e a dicembre - ha ricordato - si è aperto il bando per altri 500 magistrati. Nel frattempo, sono entrati in servizio altri cancellieri e nuovo personale amministrativo».
Il ministro ha tenuto a sottolineare «l'importanza di una grande innovazione che porterà nuove energie a supporto di tutti gli uffici giudiziari: a partire dal 21 febbraio entreranno in servizio gli 8.171 giovani giuristi dell’Ufficio per il Processo. Saranno una squadra di collaboratori, su cui i giudici e l’intera struttura potrà contare». Sono 208 quelli destinati a Reggio Calabria. L’Ufficio per il processo non immette solo migliaia di giovani al servizio della giustizia, ma introduce un cambio di paradigma nell’amministrazione della giustizia ed esige un cambio di mentalità da parte di tutti. Il magistrato, di solito abituato a lavorare da solo ai suoi fascicoli, avrà a disposizione una squadra di persone che presterà il suo supporto secondo i progetti organizzativi che in questi mesi avete elaborato. Penso che questa novità, che certamente ha richiesto uno sforzo aggiuntivo nei mesi scorsi per trovare spazi adeguati e per immaginare come impegnare al meglio le nuove risorse umane in arrivo, potrà essere motivo di un ritrovato entusiasmo e una rinnovata motivazione, nel rapporto intergenerazionale che si verrà a instaurare intorno all’ufficio del processo».

Investimenti nella digitalizzazione e nell'edilizia

A questo rinnovamento nell’organizzazione, ha proseguito, «si affiancano gli investimenti nella digitalizzazione e nell’edilizia giudiziaria, niente affatto secondari per assicurare le migliori possibili condizioni di lavoro. Quello dell’edilizia giudiziaria è una delle più ricorrenti esigenze, come è stato confermato anche dall’analisi compiuta dalla commissione istituita dal Ministero della giustizia insieme al Ministero del Sud, che ha da poco concluso i suoi lavori, volti allo scopo di elaborare progetti specifici, da realizzare anche attingendo ai fondi del Recovery dedicati alle regioni del Sud. Questa collaborazione - ha spiegato - ci offre la possibilità di valutare ulteriori opere, oltre a quelle già previste all’interno del PNRR: che annoverano per Reggio Calabria, 4 interventi di grande manutenzione, per quasi 12 mln di euro. E’ su questi pilastri - ha sottolineato Cartabia - organizzazione del lavoro, digitalizzazione, edilizia giudiziaria, risorse umane, che poggia il piano delle riforme, legato agli impegni presi con l’Europa per l’abbattimento dell’arretrato e la riduzione dei tempi di durata dei processi. La riforma della crisi d’impresa, la riforma del processo penale e quella del processo civile - ha poi detto - con un capitolo importante per il diritto di famiglia e dei minori, sono ora parte del nostro ordinamento e già stiamo elaborando i decreti legislativi di attuazione. La giustizia riparativa, il capitolo più innovativo di tutte le riforme, nel tempo porterà molti benefici, anche nel senso di una maggiore coesione sociale».

La riforma

«La riforma della crisi d’impresa, la riforma del processo penale e quella del processo civile, con un capitolo importante per il diritto di famiglia e dei minori, sono ora parte del nostro ordinamento e già stiamo elaborando i decreti legislativi di attuazione. La giustizia riparativa, il capitolo più innovativo di tutte le riforme, nel tempo porterà molti benefici, anche nel senso di una maggiore coesione sociale».

Il nodo Csm: "Non ha dato una buona prova di se"

«Confido che al più presto possano arrivare alle Camere anche gli emendamenti per la riforma dell’ordinamento giudiziario e per quella che il Presidente della Repubblica ha definito ineludibile, quella del Csm. Lo faremo sentendo suggerimenti e critiche, se costruttive, ma con grande determinazione anche perché, è sotto gli occhi di tutti, lo status quo non ha dato buona prova di se».

Riforme per onorare vittime mafia

«Il miglioramento dei servizi relativi alla giustizia contribuirà a favorire l’inizio di una nuova stagione di fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Questo sarà anche il modo più autentico per onorare la memoria di tutti i servitori dello Stato, uccisi dalle mafie. Come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che ricorderemo nel trentesimo anniversario dalle stragi. Come il giudice Antonino Scopelliti a cui so che c'è intenzione di dedicare il Palazzo di Giustizia che verrà completato grazie a un protocollo che in questa mattinata firmerò con il Comune» ha proseguito la ministra della Giustizia, Marta Cartabia. «E' significativo - ha aggiunto Cartabia parlando del giudice calabrese assassinato dalla mafia in Calabria - rimarcare che nelle sue valutazioni professionali si sottolineavano soprattutto «zelo, intuito, grande intelligenza, altrettanta equità e ancor più il senso di umanità». In queste virtù - ha aggiunto - si esprime il volto migliore della magistratura in cui tutta la Repubblica vuole rispecchiarsi».

Consegnare ai giovani un Paese migliore

«Il rinnovamento del Paese guarda alle generazioni future. Ai nostri figli, ai giovani vogliamo consegnare un Paese migliore, pieno di prospettive e di possibilità di realizzazione - ha proseguito la ministra - Ieri sera ho avuto il privilegio di cenare con alcuni giovani qui a Reggio, radunati, in un immobile confiscato alla criminalità organizzata, intorno ad una associazione che si propone di accompagnarli nel faticoso - e spesso insidioso - percorso della ricerca della propria strada nel mondo. Ho visto giovani che stanno realizzando i loro sogni professionali, che hanno trovato il loro percorso di studi o la loro occupazione lavorativa, magari dopo anni di sbandamento e di smarrimento. Volti sorridenti. Ragazzi - ha proseguito - che sanno farsi compagnia e sanno trasmettersi il gusto di restituire agli altri il tanto che hanno ricevuto. Giovani coppie con i loro figli che si affacciano ora nel mondo: tocca a noi preparare le condizioni per un futuro che possano essere una vera possibilità per loro. Uno di loro raccontava di essere stato letteralmente salvato, miracolato, diceva, dall’incontro con questa realtà e strappato dalla sua rabbia, che lo stava indirizzando verso la via della malavita. In mezzo a questi giovani - ha rilevato il ministro - si respira il «fresco profumo della libertà» - per prendere in prestito le parole di Paolo Borsellino. Questi ragazzi sono il primo baluardo contro l’illegalità e la malavita, perché - ha affermato Cartabia - hanno scoperto un’alternativa ben più affascinante e convincente dei modelli oppressivi imposti dalla 'ndrangheta. Questa è la più grande opera di prevenzione». Per il ministro, «intercettare le inquietudini dei giovani e accompagnarli nella ricerca del loro posto nel mondo significa strapparli dalla rete della criminalità organizzata, indebolendone la presa sul territorio. E loro - ha detto - i giovani, sono i veri destinatari del piano di ripresa del Paese in atto, che è appunto il Next Generation Ue. Insieme alle indispensabili indagini, ai presidi di sicurezza, insieme alle necessarie risposte di giustizia dei processi, insieme all’accertamento delle responsabilità per i crimini e ai ristori per le vittime, non si interrompa mai - ha dichiarato - per un radicale ed effettivo contrasto ad ogni forma di criminalità organizzata, quel lento, delicato ma fondamentale lavoro di semina di una cultura diversa che passa attraverso la formazione dei giovani, vero argine alla malattia della corruzione, del sotterfugio e del sopruso».

 

 

 

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