Ci sono oltre 170 immobili, 40 aziende, tra cui sette supermercati di cui uno nel quartiere Salario a Roma, una Ferrari, 4 allevamenti, un assegno circolare da 90mila euro e una gioielleria in zona Prati tra i beni coinvolti nel maxi sequestro da 120 milioni di euro effettuato dai poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Roma, diretta da Angela Altamura.
Secondo gli inquirenti sono riconducibili a cinque esponenti di vertice del gruppo laziale della 'ndrina Morabito - Mollica-Palamara-Scriva, tre dei quali condannati in via definitiva per associazione di tipo mafioso. Per chi indaga avrebbero replicato il modello della 'Ndrangheta a nord di Roma, impossessandosi di pezzi di economia quando imprenditori in difficoltà economiche si rivolgevano a loro per avere liquidità.
Sono state accertate «pesanti infiltrazioni» in molti settori produttivi tramite prestanomi tra cui un nipote di Enrico Nicoletti, ritenuto il cassiere della «Banda della Magliana». Le indagini patrimoniali, durate circa 8 mesi, hanno ripercorso "la carriera criminale» e hanno analizzato le posizioni economico-patrimoniali evidenziando «una notevole sproporzione" tra i beni posseduti, direttamente o attraverso prestanomi e i redditi dichiarati o l’attività economica svolta, ritenendo che siano il frutto di attività illecite.
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