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La 'ndrangheta sul litorale laziale, così il clan dominava la costa - Nomi e foto

Puntavano in alto e tendevano a mettere da parte le estorsioni meno redditizie i componenti della cosca Gallace-Novella che nel decennio scorso spadroneggiava nel basso Jonio catanzarese.

Uno spaccato di quelle attività è offerto dalle motivazioni che il Tribunale collegiale di Velletri ha appena pubblicato nell'ambito di un filone dell'inchiesta “Mythos”, che a settembre ha portato a tredici condanne (tra le quali quelle di Vincenzo Gallace e Domenico Origlia di Guardavalle, Vincenzo Gallelli di Badolato, Maurizio Tripodi di Soverato).

Non si sarebbero insomma fatti mancare nulla i componenti della cosca - come riportato sulla Gazzetta del Sud-Calabria oggi in edicola - , giudicati a Velletri in ragione delle ramificazioni che negli anni famiglie e sodali hanno esteso sul litorale laziale. Le motivazioni raccontano le modalità con le quali la cosca operava sul territorio calabrese ancora fino al 2013, con quali alleanze (tra Reggino, Crotonese e Vibonese), raccontando altresì l'evoluzione del rapporto tra le due famiglie principali, poi sfociato per via di divergenze nella gestione degli appalti nella sanguinosa rottura e nell'assassinio di Carmelo Novella il 14 luglio 2008 a San Vittore Olona, in Lombardia.

Tredici le condanne, per un totale di un secolo e mezzo di carcere: Le tredici condanne hanno riguardato Antonio Giannini (24 anni); Rosario Colubriale (17 anni e 2 mesi), Fabrizio Latassa (13 anni e 10 mesi ), Domenico Origlia (12 anni e 9 mesi), Salvatore Papaleo (12 anni e 6 mesi); Vincenzo Gallace (12 anni e 4 mesi); 11 anni a Francesco Aloi, Vincenzo Gallelli e Maurizio Tripodi; 10 anni e 6 mesi a Francesco Cicino e Vincenzo Alessio Novella; 10 anni a Carmelo Vitale; 2 anni a Cosmo Leotta.

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