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Furto di piante dal torrente Settimo a Rende, cinque denunciati

Numerose piante sono state rubate lungo il torrente Settimo a Rende. Cinque le persone denunciate. Si tratta di piante "riparial" dell'ecosistema fluviale.

Dopo una segnalazione al numero di pronto intervento ambientale 1515 dei Carabinieri Forestali, i militari della Stazione di Cosenza sono intervenuti nel tratto del corso d'acqua a Rende al confine con il territorio di Montalto Uffugo scoprendo il furto delle piante che si trovavano in terreni pubblici e privati.

Le indagini hanno consentito subito di risalire agli autori che dovranno rispondere di furto aggravato di alberi di alto fusto e distruzione e deturpamento di bellezze naturali. Si tratta di tre operai dipendenti di una ditta boschiva, l’amministratore della ditta e una quinta persona proprietaria dell’area di accesso al Torrente utilizzata dagli autori per commettere i furti. Sono stati sequestrati un trattore e due motoseghe utilizzati per tagliare le piante e portarle via.

I avevano proceduto ad una “ripulitura” delle aree boscate alla destra del torrente e limitrofa ad un’area dove viene svolta attività imprenditoriale da parte degli autori del reato. In questo sito all’interno di un piazzale infatti sono stati rinvenute le piante trafugate o accatastate che, con l’ausilio di una cippatrice, macchina operatrice capace di ridurre in piccoli pezzi alberi di grosse dimensioni, venivano triturate per essere poi trasportate come biomassa presso le centrali termiche che utilizzano questo combustibile. Circa un ettaro l’area boscata oggetto del taglio furtivo.

Durante il controllo si è anche constatato all’interno dell’area dove sono state ritrovate le piante accatastate la presenza di una discarica non autorizzata (1200 metri circa) sul margine destro del corso del Torrente Settimo dove, negli anni, erano stati abbandonati in modo incontrollato sul suolo rifiuti di vario genere. Parte di tali rifiuti incombe sulle sponde del Torrente Settimo con rischio di reale pericolo di scivolamento all’interno dell’alveo. Si è pertanto posto sotto sequestro anche questa area a carico degli stessi autori del reato di furto, il proprietario dell’area e l’amministratrice dell’attività imprenditoriale che ha dato origine agli illeciti ambientali.

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