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I Versace: storia di stile, di arte e di un’epoca. Riprese del docufilm tra Reggio, Gallico e Seminara

Allestiti con grande cura i set per l'opera di Mimmo Calopresti

Un giovane Gianni Versace (l’attore ravennate Leonardo Maltese, protagonista dell’ultimo film di Gianni Amelio «Il signore delle formiche») scende danzando sulle scale del waterfront come spinto da un demone creativo. Gli fanno corona splendide modelle in una dimensione onirica accentuata da luminarie, colonne e vele gonfiate dal vento. Le riprese finali del docufilm “I Versace” sono state uno spettacolo riservato ai pochi che hanno avuto la fortuna di capitare nei pressi del set allestito dallo scenografo Massimo Spano nel grande spazio bianco antistante il lido comunale, sotto lo sguardo di Federico Torres (direttore della fotografia) e di Gerardo Sacco. Vedere il regista Mimmo Calopresti in azione – a volte anche lui danzante con le braccia aperte, altre volte pensoso – attorniato da attori, maestranze e rappresentanti della produzione (Quality Film e Minerva) è stato uno spettacolo nello spettacolo destinato ad alimentare la curiosità verso il film.
Come sarà la rievocazione del regista di Polistena di un mito planetario cresciuto all’ombra degli alberi della nostra via Marina? Dovremo aspettare l’uscita nelle sale. Di certo c’è la ventata di energia che ha investito la città e il suo hinterland, con l’attenzione centrata su uno dei figli più geniali che questa terra abbia mai partorito. Difficile avere anticipazioni sul prodotto finito vista la comprensibile riservatezza della produzione, ma certo quella di Calopresti, che non è opera di finzione ma docufilm, ha alla base un lavoro di ricerca, studio e ricostruzione dell’ambiente familiare e sociale in cui il giovane stilista ha mosso i primi passi. Ci saranno dunque voci e testimonianze di chi ha vissuto quel periodo, e ricorda la signora Franca (interpretata dalla catanzarese Vera Dragone), sarta sopraffina amatissima dalla Reggio bene, i giovanissimi Gianni, Santo (Antonio Oppedisano), Donatella (Clio Calopresti).
Ce lo confermano i proprietari del negozio Calveri, la più antica boutique di alta sartoria della città, fondata nel 1862. Quando lo scenografo Spano ha aperto la porta del negozio sul Corso Garibaldi, con le sue boiserie e i suoi pannelli deliziosamente retrò, ha capito che doveva riprodurre lì il negozio della famiglia Versace che nella realtà era in via Tommaso Gullì nei pressi del Duomo. Era semplicemente perfetto. E ancora non sapeva dei legami stretti e diretti fra gli attuali proprietari e la famiglia Versace. Ce li ha raccontati l’affascinante signora Alda Augimeri, già miss Calabria qualche anno fa e moglie del proprietario: «Io ho sfilato per Versace quando era appena esordiente e mi sono sposata con un suo vestito che poi è stato utilizzato per le riprese. Sua madre era in grande confidenza con i miei zii, proprietari del negozio. Quando i Versace vendevano un vestito femminile per un matrimonio mandavano al nostro negozio la famiglia dello sposo per acquistare l’abito maschile». Altra spigolatura ce la riporta il signor Manlio Calveri Mascalchi, attuale proprietario: «Santo Versace fu il mio allenatore di basket alla Viola». Lui e il figlio Vincenzo tornano sui giorni entusiasmanti delle riprese: «Siamo rimasti colpiti dal fervore operativo dei tantissimi addetti che hanno lavorato per due giorni nel nostro negozio». La boutique stessa nelle riprese non è solo il “parco giochi” di Gianni (sua la definizione) ma anche il luogo attraverso cui guardare alla città negli anni 70: attraverso essa verrà fatto cenno ai moti di Reggio e sulle sue vetrine si rifletterà la moda che cambia.
Tutto il centro città ha fatto da set per le riprese: dal Castello Aragonese alla via Marina. Altri set sono stati allestiti a Gallico e poi più a nord, a Seminara. Due settimane intense con una squadra di professionisti in buona parte locali o formati alla Scuola Cinematografica della Calabria, quel laboratorio di talenti creata dal giovane e determinatissimo Lele Nucera, mancato attore per scelta, casting director per vocazione. Lui che ha conosciuto Mimmo Calopresti sul set de “l’Abbuffata” è diventato talent scout in Calabria dove ha avviato, a Siderno, l’unica scuola in Italia che immette sul set gli studenti in formazione. Sono “suoi” Oppedisano e Manuel Nucera (che interpreta Mimmo Coppola, un amico di Gianni). «Negli ultimi 5 anni la Calabria è esplosa – ci dice al telefono di ritorno dal set – . Stiamo trovando grande disponibilità e attenzione da parte di amministratori, esercenti e cittadini».
La settima arte è di casa in Calabria. Lo ha ribadito Mimmo Calopresti durante un incontro organizzato al liceo delle Scienze Umane “Tommaso Gullì” con i ragazzi del corso musicale che hanno partecipato ai lavori del film in un apprezzatissimo percorso di alternanza scuola lavoro. È stato l’unico momento pubblico che il regista si è concesso durante le riprese, stretto dai tempi di produzione. Nell’aula magna della scuola l’artista ha ringraziato i ragazzi per il loro impegno e li ha stimolati ad essere sognatori arditi ricordando anche i genitori di Gianni Versace: «Il padre era un ciabattino anarchico che veniva arrestato dai fascisti per evitare che facesse contestazioni durante le manifestazioni di regime». Questo è Calopresti, un creativo, un grande modello educativo utile a capire che è possibile sostituire l’indolenza anestetizzante della massa con il dinamismo creativo dell’uomo.

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