''Vogliamo ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi. Vogliamo pensare che ancora ci ascolti, che come allora ci sorridi''. Le parole della canzone di Carmen Consoli stampate su uno striscione, ma anche nel cuore dei tanti ragazzi che con una rosa bianca e un fiocchetto in mano oggi a Corigliano hanno voluto ricordare Fabiana Luzzi, la sedicenne uccisa dal fidanzato in quel maledetto pomeriggio di un anno fa con modalità aberranti: prima l’ha colpita con numerose coltellate, in questo angolo di campagna dove oggi i ragazzi hanno depositato un bouquet di rose bianche, poi si è allontanato, è tornato poco dopo con una tanica di benzina e le ha dato fuoco mentre era ancora viva, nonostante lo implorasse di salvarla. Davide Morrone, questo il suo nome è stato condannato a 22 anni. Stamani in tanti hanno voluto partecipare alla marcia silenziosa per non dimenticare, non solo gli amici, non solo gli studenti, ma anche tante persone che si sono strette ai genitori di Fabiana, Mario e Rosa, alle sorelle, una delle quali, Marika durante la proiezione di un video dedicato a Fabiana, ha avuto un malore durante la manifestazione ed è stata soccorsa dai sanitari del 118. Troppa la tensione, troppo il dolore, che non si attenua con il tempo, come testimoniano i volti rigati di lacrime. Anche il prefetto Tomao ha voluto portare la sua solidarietà alla famiglia Luzzi. Lo stato c’è, le istituzioni ci sono a cominciare dalla presidente della camera Laura Boldrini che ha inviato un messaggio accorato ricordando che Fabiana è stata uccisa proprio nei giorni in cui la Camera dei deputati ratificava la Convenzione di Istanbul, il primo strumento internazionale per la protezione delle donne da qualsiasi forma di violenza che entrerà in vigore il primo di agosto. La rabbia e il dolore ci sono, certo, ma i genitori di Fabiana, cosi come hanno fatto i genitori di Roberta Lanzino, hanno fatto germogliare dall’atrocità una speranza creando a Corigliano un centro antiviolenza. Un impegno concreto, ammirevole da parte di questi genitori a cui non si può chiedere ovviamente di perdonare l’assassino: Mario Luzzi, nel ringraziare tutti, siete la nostra forza, ha ribadito che l’assassino di Fabiana dovrebbe rimanere in carcere a vita, come tutti gli autori di questi crimini. D’altronde il femminicidio ha assunto i contorni di una vera e propria emergenza sociale. 177 le vittime nel 2013. Una strage che continua.
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