Qui Cosenza
Il suo derby d’andata è stato intenso, al termine di una settimana molto particolare, cominciata con il matrimonio ma completata come mai avrebbe voluto. Ha vissuto comunque la sfida contro il Catanzaro con grande trasporto emotivo. Lo si è capito subito, fin da quando dopo il suo ingresso in campo al “Ceravolo” è stato subissato dai fischi. Da parte sua non ha fatto nulla per evitare di ingaggiare una disputa a distanza con i tifosi rivali. Anzi, per prepararsi mentalmente alla “battaglia”, è partito dal cerchio di centrocampo arrivando fino alla porta sotto la curva Capraro. Qualche sorriso malizioso e un ultimo battibecco hanno anticipato, ancora, il rientro negli spogliatoi.
Da quell’istante è iniziata una nuova fase, si è preparato per il riscaldamento e ricercato la concentrazione. Durante la sfida, poi, ha provato a pungere ma sugli sviluppi di un corner – proprio sotto quel settore che in precedenza aveva “sfidato” – ha dovuto fare i conti con la traversa. A fine partita, incassata la sconfitta, ci ha messo la faccia. Si è presentato davanti ai microfoni di Sky Sport e ha invitato i compagni a rialzarsi immediatamente per dimenticare l’incontro.
Domani, però, circondato dalla gente che lo ama alla follia e che lo considera ormai un simbolo, vuole riscattarsi. A Parma, martedì, ha fatto nuovamente i conti con il palo, l’ottavo da quando è cominciato il campionato ma nel 2024 è partito fortissimo e la cosa che gli riesce meglio è il gol. Ne ha segnati tre al Venezia, uno a Pisa e Modena e due al Lecco. Ora, dopo due partite in cui è rimasto a secco, vuole interrompere il digiuno per continuare a guardare da vicino il trono dei bomber di serie B. Con 12 gol segnati, in questo momento, occupa il quarto posto, dietro a Pohjanpalo, Casiraghi e Coda.
La sua migliore performance realizzativa in cadetteria è distante soltanto una rete. Eguagliarla o, addirittura, superarla domani potrebbe equivalere a toccare il cielo con un dito. Non un profeta in patria, come invece il suo collega giallorosso, ma comunque con il lupo tatuato da tempo sulla pelle. In fondo, si tratta pur sempre di un legame che lo riporta all’infanzia, a quando in estate con la famiglia sceglieva la costa cosentina per trascorrere le vacanze, e all’esplosione tra i Pro, quando ha scritto a caratteri cubitali la sua firma sul ritorno del Cosenza in Serie B a distanza di 15 anni. Ecco spiegata la sua forte identificazione con i colori.
Con il Catanzaro, poi, c’è da vincere il confronto personale con Iemmello, pericolo pubblico principale presente sull’altro fronte. Il catanzarese è andato a segno nel confronto d’andata, quando Tutino ha dovuto ingoiare il sapore amaro della sconfitta. Il napoletano però cercherà la vendetta riprendendo per mano i compagni, nel tentativo di condurli verso i playoff, lì dove potrebbe poi consumarsi addirittura un altro derby. Sarebbe da brividi. Uno scenario vietato ai deboli di cuore. Perché ciò si avveri, gli restano da buttare in porta ancora diversi palloni. Ha fatto una promessa, vuole pensare a qualcosa di grande. E farà di tutto per non deludere chi lo incita con l’identica passione con cui lui stesso sta vivendo il suo ritorno in riva al Crati con la maglia rossoblù.
Qui Catanzaro
Il gol dell’andata gli ha tolto lo sfizio del tifoso: segnare al Cosenza giocando per il Catanzaro. La maglia dal messaggio eloquente («Vi ho purgato ancora», come Totti in un Roma-Lazio) ha aggiunto un tocco frizzantino nella gara più sentita anche per lui, Pietro Iemmello. Domani il capitano giallorosso proverà a ripetere la prova “monstre” di tre mesi fa. E come tre mesi fa è ovviamente uno dei più attesi e temuti. Atteso dai suoi sostenitori e concittadini, che però stavolta non pretendono nulla: nella gara di fine novembre doveva ancora segnare una rete al “Ceravolo”, adesso è nel suo momento migliore e ha appena cominciato a colpire con regolarità.
È atteso semplicemente perché è uno dei leader delle Aquile, è un catanzarese che veste i colori della squadra del cuore e nel derby questo conta di più.
Martedì ha punito il Bari e raggiunto la doppia cifra di gol, cosa che in B gli era riuscita solo nella stagione 2018/19 con il Perugia, quella in cui era stato capocannoniere. Magari questa edizione del “Pablito” – il trofeo in memoria di Paolo Rossi per il principe dei bomber di B – se lo contenderanno altri e a lui nemmeno interessa: «Mai come quest’anno punto a far crescere i nostri giovani più che alle statistiche personali», aveva detto a ottobre. Però adesso è dove deve stare uno come lui, in mezzo agli altri signori del gol della categoria.
Alla soglia dei 32 anni (li compirà mercoledì), Iemmello ha firmato sei reti su dieci in questa seconda parte del torneo, infilando prima del Bari il Lecco, lo Spezia, l’Ascoli e, con la prima doppietta stagionale, il Cittadella. Cinque di queste sei perle – tutte bellissime per preparazione ed esecuzione – sono arrivate nelle ultime quattro partite. Non serve altro per capire in che condizioni stiano viaggiando lui e la squadra che gli gira intorno.
Già nello scorso campionato, dominato dall’inizio alla fine, il numero 9 aveva messo il turbo nel girone di ritorno, quindi non è una novità che il suo rendimento cresca progressivamente, come un motore diesel che ha bisogno di essere lanciato per raggiungere il picco delle prestazioni.
Nella C dei record Pietro ha segnato 16 gol su 28 da gennaio in poi, nella fase discendente della stagione. Forma fisica a parte, mostrare i muscoli al ritorno, quando i punti pesano doppio, vuol dire avere personalità da vendere. A differenza di un anno fa, l’attaccante riesce a essere più incisivo fuori casa, visto che ha segnato sei volte in trasferta, mentre in C era stato dittatore soprattutto al “Ceravolo” (con 20 gol su 28). Incidere in esterna è un altro indice della sua debordante personalità.
A proposito di Cittadella, i veneti sono la sua seconda vittima preferita (sette gol in dieci incontri) dopo la Juve Stabia (nove in undici). La terza, manco a dirlo, è il Cosenza, contro cui è andato a bersaglio sei volte in nove partite, con il Foggia (anche al “San Vito”, nel 2014) e il Perugia prima del Catanzaro. È scontato che Iemmello sarà il più fischiato dai sostenitori avversari. Per la maglietta mostrata all’andata, perché catanzarese e simbolo del Catanzaro. E poi perché il talento incute sempre timore. Chissà che con quel talento non riesca pure a segnare di nuovo firmando per la prima volta in questa stagione un filotto da tre gare in gol. Con Pietro mai dire mai...
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