La leggenda più conosciuta sulle origini di Halloween è sicuramente quella di Jack o’ lantern. Poi la tradizione sarebbe sbarcata in America, quando gli Irlandesi, in seguito alla carestia del 1845, abbandonarono il loro paese e si diressero negli Stati Uniti, portarono con sé questa leggenda che è diventata di fatto un'istituzione.
La tradizione calabrese
Ma non tutti sanno che in realtà, secondo quando ha scritto l'antropologo Luigi Lombardi Satriani nel suo libro "Il ponte di San Giacomo" (scritto con Mariano Meligrana) già a Serra San Bruno, in provincia di Vibo Valentia, esisteva da molti secoli. La tradizione, in dialetto calabrese, si chiama "Coccalu di muortu". Qui per la ricorrenza della commemorazione dei defunti, per placare le anime, svuotavano le zucche e davano loro un aspetto spaventoso simile ad un teschio. Poi andavano in giro per il paese andando di casa in casa chiedendo dolcetti e dicendo "Mi lu pagati lu coccalu?", ovvero, in dialetto serrese, "Mi pagate il teschio di morto?". Molto simile al "trick-or-treat" americano che poi in italiano venne tradotto come "dolcetto o scherzetto". L'obiettivo, per i bambini, era placare le anime dei defunti. Un gesto scaramantico per non avere paura. Una tradizione che non si sarebbe limitata a Serra San Bruno ma avrebbe "contagiato" anche paesi del reggino e del catanzarese.