Calabria

Martedì 30 Aprile 2024

Israele tende una mano alla Calabria

Dror Eydar, ambasciatore d'Israele in Italia

L'ambasciatore d'Israele in Italia Dror Eydar dalla Calabria si porterà via l’odore evocativo del cedro, la struggente bellezza del paesaggio e la certezza di potere avviare una cooperazione che si fonda su radici antiche. «È stata la prima volta che sono venuto in Calabria – afferma l’ambasciatore Eydar nella redazione della Gazzetta –. Non abbiamo potuto fare tante visite quanto avremmo voluto anche perché durante la pandemia è stato molto difficile programmare il viaggio in Calabria e Sicilia. Finalmente ce l'abbiamo fatta e sono stato molto lieto di “allargare” la mia visita». «In Calabria – dice ancora il rappresentante dello Stato di Israele in Italia – ho scoperto che c'è tanta storia ebraica, ho trovato tanti spunti davvero interessanti. Gli ebrei sono arrivati in Calabria dopo la distruzione di tempio di Gerusalemme del 70 d.C. Dopo ogni rivolta contro l’impero romano, i mercati erano pieni di ebrei (schiavi), e mi ha emozionato molto veder queste spiagge della Calabria, dove sono giunti migliaia di ebrei dopo espulsione dalla Spagna del 1492 e anche dalla Sicilia parte degli ebrei sono venuti in Calabria, dove sono rimasti per oltre 50 anni e poi sono stati espulsi anche da qua intorno al 1540. In Calabria ci sono tracce ebraiche profonde 15 secoli». Ancora l’ambasciatore Eydar: «La Calabria è nota in Israele per i cedri, che sono fondamentali nella “festa delle capanne”, secondo la Bibbia è la “frutta di bello aspetto”. Per me, a Santa Maria del Cedro, è successo ciò che accadde a Marcel Proust  nella sua opera “À la recherche du temps perdu” nella quale egli mangia una torta madeleine e questa risveglia in lui i ricordi della sua infanzia. Io, come Proust, con quel profumo del cedro mi sono ritrovato tra i ricordi della mia infanzia. Ma nei profumi del cedro ho anche avvertito la memoria collettiva del mio popolo, cioè la lunga storia degli Ebrei che hanno vissuto in Calabria per lungo tempo, qui costruivano famiglie, cultura, scrivevano i libri e provavano a sopravvivere in questo lungo viaggio. È stato molto emozionate». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria

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