Idee chiare e determinazione. Antonella Iunti, 44 anni, di origini vibonesi, da qualche settimana è alla guida dell’Ufficio scolastico della Calabria. Dopo gli scandali, il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha inteso voltare pagina e sulla “cattedra” della scuola calabrese ci ha piazzato una giovanissima. Un segnale forte, di cambiamento.
Dottoressa Iunti, lei è alla guida dell’Usr da circa 20 giorni, cosa ha trovato in questo ufficio?
«È un ufficio che in realtà conoscevo per un incarico che mi era stato affidato dal Ministero prima della mia nomina a direttore generale; avevo svolto il ruolo di coordinatore dell’ufficio per garantire l’avvio dell’anno scolastico. L’unica cosa è che il ruolo di direttore ti fa avere una visione diversa dell’ufficio, perché una cosa è garantire l’avvio dell’anno scolastico, un’altra è assumerti la responsabilità di gestire complessivamente una regione, cercando di comprenderne le difficoltà, tutte quelle componenti sulle quali puoi fare affidamento e tutte quelle altre cose che vanno ridefinite e organizzate».
Il personale ora si attende da lei una fase di rilancio. Come intende organizzare gli uffici centrali e periferici anche alla luce della carenza di personale?
«In realtà ho imparato che bisogna affrontare le difficoltà con il personale che si ha a disposizione. Sicuramente non siamo in tanti, né per quanto riguarda i dirigenti e tanto meno con l’organico del personale. Il personale mi ha subito dimostrato che ha tanta voglia di fare, soprattutto voglia di partecipare a migliorare il sistema scolastico. Appena mi sono insediata la prima cosa che ho fatto è stato l’incontro con tutto il personale amministrativo degli uffici dei cinque ambiti provinciali. Le devo dire che mi sono emozionata, ho trovato grandissima accoglienza e tanta voglia di fare. Per me è stata una bella manifestazione di fiducia che cercherò di non deludere perché so che fanno affidamento di me. Ho trovato grande disponibilità e voglia di dimostrare che la Calabria ce la può fare. Non siamo in tanti ma ci organizzeremo nel miglior modo possibile; sarò la prima a spendermi in prima persona, a contribuire con tutto quello che posso e non le nego che faccio affidamento sul sostegno che lo stesso ministro mi ha garantito, anche attraverso la mia nomina, per attenzionare la Calabria. Questo è l’impegno che il ministero si è preso e la mia nomina va in questa direzione».
L’Usr nel recente passato è stato al centro di un’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto i vertici della struttura. Pensa di avere delle difficoltà a riportare tranquillità e fiducia in questa importantissima istituzione?
«Voglio fare soltanto affidamento sulle forze migliori di questa regione. Quello che è stato è al vaglio degli organi competenti. So che quanto accaduto ha segnato profondamente l’ufficio scolastico e tutte le persone coinvolte; ma in realtà il personale mi ha fatto subito capire che ha voglia di dimostrare la massima attenzione nei confronti del mondo della scuola. Il mio lavoro sarà quello di migliorare il sistema e dimostrare che l’amministrazione, il ministero dell’Istruzione c’è e cerca di contribuire al meglio allo sviluppo e alla crescita culturale della Calabria. Attraverso il mondo della scuola in realtà si determina lo sviluppo dell’intera regione».
L’inizio dell’anno scolastico è stato problematico un po’ in tutta Italia per l’individuazione del personale a tempo determinato. Com’è la situazione in Calabria?
«Ho fatto una conferenza dei servizi con i dirigenti scolastici alcuni giorni fa, in realtà erano contenti perché tutti i posti sono coperti. Attraverso il sistema dell’informatizzazione si è cercato di accelerare al massimo. Il ministro ed il presidente del Consiglio avevano preso l’impegno di garantire la copertura dei posti prima dell’avvio dell’anno scolastico. In Calabria non è stato facile perché non c’era il direttore ma ci siamo riusciti. Eventuali vacatio di posti non dipendono da carenze dell’ufficio ma da rinunce, in questi casi ci sarà lo scorrimento delle graduatorie. Ma mi sento di dire che non abbiamo particolari criticità».
Nelle scuole non mancano i casi Covid. Come pensa di gestire le situazioni più delicate?
«La gestione si effettua attraverso l’applicazione dei protocolli di sicurezza che i dirigenti conoscono alla perfezione anche se qualunque cosa l’affronteremo insieme. Attualmente i contagi sono sotto controllo. Mi auguro che quest’anno la situazione possa essere diversa rispetto allo scorso anno. Puntiamo a garantire, per quanto possibile, la didattica in presenza, tranne casi eccezionali. L’altro mio obiettivo è quello di avviare un dialogo molto stretto con la Regione. Appena possibile cercherò di conoscere il presidente ed i vari componenti della Giunta; per quanto mi riguarda il lavoro dell’Ufficio scolastico regionale non può fare a meno dell’intera Giunta».
Negli anni passati la gestione delle problematiche relative agli alunni disabili ha creato diversi problemi nelle scuole della regione, con genitori costretti in qualche caso a ricorrere anche alla magistratura amministrativa per vedere riconosciuto il diritto ad un insegnante di sostegno. Ritiene questo un problema da affrontare con urgenza?
«Sui ricorsi, aspetto di conoscere le decisioni finali: per quanto concerne la carenza dei docenti di sostegno è un problema nazionale, nel senso che il numero degli alunni con certificazioni di disabilità aumenta in maniera esponenziale e in questo momento non abbiamo graduatorie con il personale qualificato per fronteggiare questa delicata situazione. Ma oggi si sta investendo; sta per partire una formazione per insegnanti di sostegno sul personale a tempo determinato. In questi giorni abbiamo fatto un altro decreto di posti in deroga per il sostegno in Calabria; un altro era stato fatto nel mese di agosto, oltre all’organico di diritto che il ministero ci ha assegnato. Questa è la dimostrazione che i numeri sulla disabilità sono sempre molto alti».
Lei ha parlato prima dei rapporti con la Regione. Cosa pensa di chiedere al nuovo governatore? Qual è il contributo che la Regione può dare al mondo della scuola?
«La Regione è un soggetto strategico per il mondo della scuola, anche per una questione di riparto di competenze. Il mondo della scuola si divide tra competenze statali e competenze regionali. La Regione è un soggetto con cui noi condividiamo procedure, responsabilità, dinamiche, gestione, scelte politiche, tutta la parte legata all’offerta formativa (che passa attraverso il piano di dimensionamento). Quello che si offre ai ragazzi sul territorio non è una scelta dell’Ufficio scolastico; l’ufficio collabora attraverso pareri ma in realtà la scelta dell’offerta formativa è di competenza della Regione. Per me la Regione, nel pieno rispetto di tutte le competenze dei vari soggetti, degli enti locali che hanno anche un ruolo fondamentale, diventa un soggetto con cui dialogare costantemente. La prima cosa che ora farò (aspettavo solo l’insediamento del governatore) è quella di cominciare ad avere interlocuzioni costanti, costruttive, positive. Puntiamo, penso, allo stesso obiettivo: al miglioramento della scuola e quindi alla crescita del territorio per consentire alla Calabria di avere l’unico vero sviluppo: la crescita culturale; l’unica leva che ha questa regione è la Scuola. Se tu formi gli studenti in realtà le prospettive di questa terra sono assolutamente molte alte. Le risorse a disposizione ci sono».
Il Pnrr apre le porte a investimenti significativi anche nel settore dell’istruzione. L’Usr è pronto a cogliere questa irripetibile occasione per cercare di attenuare le diseguaglianze rispetto al Nord del Paese?
«Assolutamente sì, per noi è un’occasione strategica. La gestione dei fondi che arriveranno per me è una priorità; ne abbiamo già parlato in conferenza dei servizi anche con i dirigenti scolastici e sono tutti consapevoli dell’importanza dell’occasione che si si presenta. Sono fondi determinanti per lo sviluppo della scuola calabrese sotto tutti i punti di vista: per lo sviluppo delle potenzialità strutturali e per la didattica, ma solo attraverso un utilizzo appropriato e corretto. Lavoreremo per mettere in piedi un coordinamento anche per supportare le scuole in tale direzione e mettere in condizioni i dirigenti di sfruttare al meglio le risorse».
In Calabria si parla tanto di legalità. Cosa occorre fare per sviluppare la cultura della legalità?
«So che le scuole hanno già tanti progetti in campo; nell’incontro con i dirigenti l’aspetto della legalità è stato analizzato. Al punto che s’è anche parlato di mettere in piedi un tavolo di coordinamento per cercare di lavorare insieme e coordinare le azioni. Io sono nata in Calabria, sono cresciuta con la cultura della legalità. Andando fuori mi sono resa conto che spesso ci si abituata a convivere con certe situazioni. Dobbiamo fare di tutto per non appiattirci inopportunamente a certe mentalità. Vorrei arrivasse ai ragazzi il messaggio che non bisogna abituarsi ad accettare passivamente situazioni che non si condividono, ma fare in modo che si cambi ciò che non si condivide. Mi sono accorta che qui più che altrove di fronte ad alcune situazioni si rimane un po’ impassibili. Questo è un territorio difficile, ma il mio ritorno in Calabria significa che uno crede che si può contribuire concretamente a cambiare il sistema, e ci sono tanti modi: attraverso il lavoro, il modo corretto di operare, attraverso l’applicazione dei principi di legalità, testimoniando con il proprio lavoro il rispetto delle regole».
Lei è tornata in Calabria perché effettivamente crede ancora che ci siano dei margini per poter cambiare le cose, o perché c’era un’emergenza da superare?
«Inizialmente il ministero mi ha nominato per una necessità, ha avuto fiducia in me pensando che io in quel momento potessi essere utile; dopo, ovviamente, la scelta come direttore generale è nata da una decisione consapevole da parte del ministero che, evidentemente, ha visto in me la voglia di fare, di contribuire a fare qualcosa di positivo per la mia terra».
Qualche Prefettura calabrese ha varato un piano operativo per raccordare l’orario delle lezioni con quello dei trasporti degli studenti limitando la capienza dei bus all’80% e istituendo orari d’ingresso diversificati. Come stanno andando le cose?
«Al momento non ci sono segnalazioni particolari. Ho partecipato anch’io ad un tavolo di coordinamento alla Prefettura di Catanzaro (che poi svolge una funzione di raccordo anche con le altre realtà territoriali) e dai dati che sono emersi la situazione è sotto controllo. Debbo ringraziare il Prefetto di Catanzaro per l’attenzione che ha prestato a questo problema che continua ad essere monitorato attraverso il dialogo con le ditte di trasporti, perché anche con un turno unico potrebbe esserci la necessità di garantire più mezzi per via del distanziamento; ho visto che anche in tal senso il Prefetto è stata molto attivo sollecitando società e Regione a una maggiore disponibilità».
Si ha l’impressione che la pandemia abbia fatto crollare l’attenzione della Scuola sull’aggiornamento del personale. Lei che ne pensa?
«Non sono d’accordo; la formazione in questi ultimi tempi è solo cambiata; non si è sviluppata nel senso classico come avveniva in precedenza; il periodo della pandemia ha portato a un cambiamento nella formazione del corpo docente; c’è stata una vera rivoluzione. Solo apparentemente sono rallentate alcune attività ma in realtà è stato un momento storico che ha stravolto e rivoluzionato il mondo della scuola. E lo ha fatto anche in Calabria. Tenga conto che l’età media dei nostri insegnanti è piuttosto alta e molti di loro non sono digitalizzati e si sono trovati a gestire la didattica a distanza con i nuovi strumenti. Sono cambiati gli strumenti e anche la metodologia; è cambiato l’approccio. Non è stato facile per nessuno: per gli studenti come per gli insegnanti. Tutti si sono impegnati, tutti si sono dati da fare, si sono migliorati. Questo è stato un cambiamento radicale, mi auguro che continui, non perché vogliamo la didattica a distanza, ma ci sono cose che vogliamo rafforzare, perché alcune attività a distanza possono essere sviluppate e continuate. In molti Paesi del Nord Europa questo si fa, è una risorsa acquisita».
Edilizia scolastica, in Calabria più che altrove si registra una grande emergenza dal punto di vista della sicurezza degli edifici. Lei che ne pensa?
«L’attenzione sarà massima, l’ambiente dove i nostri ragazzi operano è importante; debbono sentirsi sicuri. Questo è un obiettivo fondamentale ed ecco perché bisogna lavorare in sinergia con Regione ed Enti locali. Dialogo, condivisione e organizzazione anche in termini strategici diventano fondamentali anche in questo delicatissimo settore. In Calabria fino ad oggi si è fatto pochissimo. Bisogna utilizzare tutte le risorse che stanno arrivando; sull’edilizia si sta investendo come mai è successo nella storia del nostro Paese, e se gli enti locali utilizzano queste risorse io non posso che essere contenta».
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