La solidarietà è annodata alle treccine di due bambine che giocano felici sulla spiaggia larga e lo Jonio senza tempo di Marina di Sibari. La più grande è italiana, la più piccola senegalese. Si rincorrono e tuffano felici e sorridenti. Un sorriso che da anni accompagna e racconta una storia meravigliosa, di accoglienza e amicizia, scritta da una famiglia di Torre Annunziata che ha scelto la perla turistica ionica per le sue vacanze estive. La firma in calce è di Nicoletta, una mamma che conosce il sapore dolce della solidarietà, del donare senza ricevere.
Due estati fa sua figlia le chiede di fermare l’ambulante africana che prometteva di fare treccine splendide. Ha una piccola sulle spalle, in una fascia, sotto un sole bollente. Nicoletta fa cenno alla signora che s’avvicina, così la bambina può scegliere le treccine che più le piacciono, sedendosi per cominciare. Lo stesso fa la donna senegalese che poggia le sue cose e toglie dalla fascia la piccola, davvero piccola. È sua figlia e non sa dove lasciarla nelle mattinate di fatica cui però non può rinunciare. Il marito lavora in Inghilterra, lei in Calabria. D’estate, perché in inverno vivono tutti assieme a Bergamo.
Nicoletta si informa della bambina e propone alla mamma: «Non portarla con te sotto il sole, lasciala qui con noi e quando avrai finito passerai a riprenderla. In spiaggia o a casa. Potrà mangiare con noi e magari anche riposare nel pomeriggio. Stai tranquilla. Questo è il mio numero di telefono». L’altra mamma esita un po’, incerta. Per timidezza, non per timore. Rifiuta ma Nicoletta insiste. Poi, cosciente che la piccola starebbe decisamente meglio lì che sulle sue spalle per ore, le chiede se volesse provare. E la bambina non ha dubbi, entusiasta, senza filtri come sono i bambini. La giovane donna senegalese si fida, affidando a quegli amici trovati per caso il suo bene più prezioso. Da allora ogni giorno la maestra delle treccine lascia la figlia alla famiglia campana, ora direttamente nella loro villetta a Marina di Sibari, per tornare a riprendersela nel tardo pomeriggio o in serata, quando finisce di lavorare. L’anno scorso non si sono visti perché a causa del Covid non sono venuti in Calabria. Quest’anno sono di nuova qua.
La piccola va in spiaggia con Nicoletta e i suoi che la curano come fosse con loro da sempre. Dalla crema solare alla merendina, dalla doccia dopo il bagno a tutto il resto. Li aiutano in molti, a mare, anche vicini di ombrellone, i quali hanno scoperto questa storia che fa bene al cuore.
Dopo mezzogiorno tutti a casa per il pranzo e nel pomeriggio è d’obbligo riposare. Perché, si sa, il mare stanca. Quindi si gioca, magari si esce in bici. Sino a quando la mamma, sempre con un bellissimo vestito colorato, passa a prendere la piccola che le corre incontro sorridente.
In macchina c’è quasi tutta la sua vita, nel cuore una gratitudine tenera e gioiosa. Semplice, spontanea, come l’abbraccio tra le bambine ogni giorno prima di salutarsi.
Sibari, la gioia della solidarietà nel sorriso di due bambine
Storia di cuore scritta sulla spiaggia da una famiglia campana
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