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Rosella Staltari, proclamata “venerabile” la giovane suora reggina

Una vita nella ricerca della misericordia di Dio

Rosella Staltari

Rosella Staltari è stata proclamata Venerabile. La Sala Stampa della Santa Sede ha dato notizia che il Santo Padre ha autorizzato la Sacra Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare i Decreti riguardanti le virtù eroiche di alcuni Servi di Dio e tra questi una figlia di Calabria, Rosella Staltari, religiosa professa della Congregazione delle Figlie di Maria SS. Corredentrice, comunità religiosa presente e operante a Reggio Calabria.

Rosella è nata il 3 maggio 1951 ad Antonimina in località Cacciagrande ed è morta a Palermo il 4 gennaio 1974 che non aveva ancora compiuto 23 anni. A soli due anni è rimasta orfana della mamma e il papà, versando in precarie condizioni economiche, chiede l’affidamento della piccola presso un istituto di Locri. Rosella vive anni di solitudine e di sofferenze, le carenze di affetto avevano fatto di lei una bambina chiusa e introversa. Le difficoltà a vivere la vita di un orfanotrofio, l’emarginazione e la povertà assoluta, scavarono dentro di lei solchi profondi. Dopo anni di abbandono, finalmente viene trasferita a Reggio, presso la comunità delle suore di Maria Corredentrice, fondate da don Dante Forno e Maria Salemi. Rosella finalmente trova una casa, un affetto, una vita normale, si accorge che viene trattata come una persona, intesse rapporti amichevoli con le compagne. Scopre il calore di un abbraccio materno nella Salemi, e lentamente si aprono in lei gli orizzonti dello spirito. Studia, cresce, diventa educatrice dei più piccoli e lentamente scopre il dono della vocazione.

La complessa vita di Rosella è stata esaminata dai periti della Congregazione romana, la possente Positio, ossia le testimonianze di coloro che l’hanno conosciuta, e i numerosi scritti che ci ha lasciato, delineano una personalità semplice e nello stesso tempo molteplice. Emerge nella vita di Rosella un lento e costante aprirsi al carisma della contemplazione e del dono della sua vita per la Chiesa, i sacerdoti, i poveri.
Rosella è immagine nitida e possente della donna calabrese, abituata a lottare e soffrire per ribadire i diritti della sua dignità di donna e di persona.
Ha lottato Rosella, contro i pregiudizi della società perbenista che a quel tempo, come anche oggi, vede i poveri e le donne come soggetti da sfruttare e usare. Ha amato la bellezza, sensibile al fascino della natura, ha scoperto un mondo interiore fatto di gioie intrise di dolore. Il gusto della bellezza a cui era stata formata dalla Salemi, le apriva orizzonti nuovi e le schiudeva mondi inesplorati. Si prendeva cura delle consorelle di nascosto, viveva il silenzio e il dialogo con Dio, la sua sensibilità interiore era talmente affinata che le ha aperto la strada alla contemplazione.

Rosella è stata una giovane contemplativa, lo attestano concordi i suoi scritti e le sue esperienze mistiche. Ha saputo integrare la sua umanità e la sua vocazione in una sintesi perfetta. Rosella non aveva paura di voler bene e non aveva paura di chiedere di essere amata, come dice il Vangelo.
Quale può essere il messaggio che Rosella dona oggi alle donne del nostro tempo e alla Chiesa stessa? La sua vita è stata una ricerca costante della Misericordia di Dio e della carità evangelica. Ha donato misericordia a tutti coloro che ha incontrato sul suo cammino: ai piccoli di Locri, ai compagni di sventura, alle ragazze e coetanee di Reggio, alle consorelle con le quali condivideva la vocazione religiosa. Per tutti è stata una giovane suora che ha rivelato il cuore sorridente e misericordioso di Dio, vivendo in forte anticipo la stagione di Papa Francesco e di una Chiesa cattolica che ancora oggi si dibatte tra contraddizioni e ricerca di verità.

*Parroco di San Giorgio
al Corso

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