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L’ulivo più bello si trova a Terravecchia

Mario Toscano il vincitore, Savina Sicilia, Michele Coluccio, Nicola Abruzzese, Francesco Cufari e Mauro Benvenuto

“L’ulivo più bello” del territorio si trova in località Macchie-Ciranna, a Terravecchia (Cosenza), nella proprietà di Mario Toscano che è il vincitore dell’edizione 2020 del concorso indetto dal Circolo Legambiente Nicà di Scala Coeli, presieduto da Nicola Abruzzese.

Al secondo posto si è classificata la pianta di proprietà di Raimondo Funaro, sita in località Chilla Banna, nel comune di Scala Coeli (Cosenza) ed al terzo posto l’ulivo di Michele Colucci in contrada Silipetto a Torretta di Crucoli (Crotone) dove si è svolta la cerimonia di premiazione.

Ulivi secolari premiati perché testimoni del lavoro di chi li ama e li protegge, come quello di Silipetto al quale fanno da cornice le verdi colline coltivate a vigneti che hanno come sfondo l’azzurro del mar Ionio.

“Siamo completamente immersi negli odori nei colori nella bellezza e nella tranquillità di un lembo di terra di Calabria - ha detto Abruzzese nel porgere i premi - che ora come non mai ha bisogno di interventi concreti soprattutto in settori come l'agricoltura, tra i motori principali dell'economia del territorio”.

Oltre ad Abruzzese e alla vice presidente e segretario del circolo, Savina Sicilia e Mauro Benvenuto, presente anche il presidente della federazione degli ordini dei dottori agronomi e forestali della Calabria, Francesco Cufari, che insieme ad altri nove consiglieri dell'ordine di Cosenza hanno costituito la giuria del premio. Il premio ha offerto l’occasione di riflettere sulle tematiche ambientali, l’agricoltura, biologica, l’economia circolare.

“La premiazione ha dato occasione di ribadire quanto sia importante per l'ambiente e per la salute di tutti noi il ricorso al biologico e l’abbandono della chimica nel settore agricolo e zootecnico - ha aggiunto Abruzzese - un'agricoltura che non punti solo alla resa ma soprattutto alla qualità, alla produzione di un prodotto che sia sano genuino e buono”. Si è parlato di “agroecologia circolare” come strada da seguire “per mitigare gli effetti climalteranti”, di biodiversità e uso di materiali eco-compatibili, biodegradabili e riciclabili, di “buone pratiche per rispettare l’ambiente, di impegno concreto di Governo centrale, Europa e Regione nell’incentivare con premialità quelle realtà che operano nella direzione giusta scoraggiando sul piano economico quanto invece non lo fanno.

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