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Trekking fra storia e natura, alla scoperta di Castelsilano e dei fratelli Bandiera

È dedicata agli appassionati di storia, gli amanti della natura, dei segreti del territorio, ma soprattutto alle mitiche figure risorgimentali di Attilio ed Emilio Bandiera, la giornata in programma domenica, 2 agosto, a Castelsilano.

Sarà una giornata di trekking, accompagnata dalla musica popolare e gli asini, simbolo del centro montano e grandi conoscitori dei sentieri che si perdono nei boschi presilani, per scoprire la bellezza del paesaggio e raggiungere la zona in cui, in memoria della sfortunata spedizione dei due fratelli, venne edificato un monumento.

Le cronache dell’epoca raccontano infatti che "il 19 giugno del 1844, giunse la triste notizia che il bandito Giuseppe Meluso di San Giovanni in Fiore, da molti anni rifugiatosi in Corfù, sia disbarcato nelle marine del Marchesato, con un mediocre numero di persone abbigliate alla militare, e introdottisi in tenimento di Cerenzia e Caccuri, limitrofo a questo capoluogo, col disegno di perturbare la pubblica quiete".

Il programma della giornata, organizzata in collaborazione con associazioni locali, il Comune di Castelsilano e il Gal Kroton, prevede il raduno a piazza Padre Pio e la partenza alle 9; sotto la guida dell’escursionista Francesca Schipani, si conta di raggiungere il monumento attorno alle 11,30.

Al rientro nel paese, dopo la colazione a sacco, i partecipanti avranno modo di visitare il piccolo borgo di Castelsilano.

Convinti che in Calabria stessero per cominciare i moti insurrezionali, i fratelli Bandiera, discendenti da una famiglia aristocratica veneziana e fondatori di una società segreta collegata alla Giovine Italia, disertarono dalla Marina austriaca e, il 12 giugno 1844, partirono alla volta di Corfù e poi, con 19 compagni, sbarcarono alla foce del fiume Neto.

Nei giorni seguenti, si addentrarono nell’entroterra senza incontrare resistenza, ma senza trovare neanche uomini disposti a collaborare all’impresa. Uno di loro, il corso Pietro Boccheciampe, separatosi subito dagli altri, denunciò la presenza dei rivoluzionari alle autorità, che, ne erano già a conoscenza, per proprio conto. La polizia borbonica, catturò il gruppo vicino San Giovanni in Fiore il 20 giugno, dopo un breve scontro nel quale vennero uccisi due patrioti. Un raro documento riferisce: "Durante il momentaneo trambusto riuscì ad otto degli assaliti di fuggire. Tre de’ quali vennero da li a poco dai sangiovannesi del pari arrestati. Quattro cioè, Biassoli, Tesei, Mariani e Massoli, caddero il domani 20 giugno in potere della forza urbana di Casino, Comune del distretto di Crotone – oggi, appunto Castelsilano".

Il successivo 24 luglio, la commissione militare, a Cosenza comminò 17 condanne a morte; di queste otto furono commutate in carcere duro. Il 25 luglio 1844 Attilio ed Emilio Bandiera, con atri sette compagni, furono ì fucilati nel Vallone di Rovito, vicino Cosenza.

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