Oggi in molti centri calabresi si festeggia San Nicola, già vescovo di Myra nell’Asia minore, uno dei santi insieme a San Francesco più amati e più popolari della Calabria. Tre cattedrali (Mileto, Lungro e San Marco Argentano) e 53 comuni calabresi, infatti, lo hanno come patrono. Nel Vibonese in particolare sono numerosi i centri dove il 6 dicembre di ogni anno viene ricordata la sua luminosa figura. Inoltre, è il santo protettore dei profumieri, dei marinai, degli avvocati, degli studenti e della ragazze in cerca di marito. La sua morte viene fatta risalire al 6 dicembre dell’anno 343. Le sue reliquie vennero trafugate da alcuni mercanti intorno al 1087 e trasportate nella città di Bari, di cui divenne il patrono e dove in soli due anni venne poi edificata la famosa basilica, conosciuta in tutto il mondo, che porta il suo nome. Numerose sono le leggende fiorite intorno alla sua vita segnata dall’attenzione verso i poveri. Di lui si narra che abbia salvato il suo paese da una carestia e liberato tre ufficiali ingiustamente condannanti a morte. Una delle storie più curiose che riguarda la sua vita è quella delle tre fanciulle figlie di un suo vicino di casa che non potevano avere la dote perché suo padre era caduto in disgrazia. Nicola nottetempo gettò loro tre pomi d’oro, ovvero tre borselli gonfi d’oro. In ricordo di tale prodigio l’iconografia lo ritrae in paramenti vescovili con tre mele d’oro in mano. Un’altra vicenda legata in questo caso alla sua nomina a vescovo e agli anni giovanili è stata ricordata anni fa nel corso di un’omelia durante la messa del santo patrono dal vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea monsignor Luigi Renzo che al santo ha anche dedicato un libro dal titolo “San Nicola- Il santo più venerato della Calabria” (casa editrice Progetto 2000). “Un giorno San Nicola - racconta il presule - entrò per pregare nella cattedrale della sua città di Myra. Qui erano riuniti in concilio i vescovi per eleggere il vescovo della città. Non c'erano candidati ed i vescovi erano imbarazzati perchè non sapevano chi scegliere. Dopo aver invocato lo Spirito Santo – prosegue - decisero di eleggere il primo che fosse entrato in chiesa ed avesse avuto nome Nicola. Provvidenza volle - conclude monsignor Luigi Renzo - che entrasse il nostro Nicola, inconsapevole di quello che stava per accadergli”. Da quel giorno la vita del giovane Nicola - che divenne vescovo di Myra- cambiò. Una vita piena e santa sulle vie della fede con lo sguardo costantemente rivolto a chi aveva bisogno. San Nicola ci ha lasciato un insegnamento: in chi soffre e ci passa accanto bisogna sempre vedere Gesù.