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Lo scontro tra vescovo di Mileto e Fondazione Natuzza: l'ente invia un ricorso

Dopo la soppressione della Fondazione di Natuzza Evolo, disposta dal vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea monsignor Luigi Renzo per le note vicende legate alle riforme dello statuto, il Consiglio d’amministrazione dell’ente morale di Paravati ha deciso, come già annunciato nei giorni scorsi, di percorrere la strada della "supplicatio". L’intento è quello di far rivedere all’ordinario diocesano la sua decisione “al fine di tutelare la Fondazione” e di proseguire con il presule “un sereno e costruttivo dialogo circa le richieste avanzate inerenti le modifiche statutarie che non contrastino con gli scopi dell’ente e che non snaturino la Fondazione”, evidenziando “che lo spirito che anima la Fondazione è di profonda comunione con la Chiesa”.

Il ricorso articolato e completo in ogni sua parte contiene dei riferimenti a tutta la corrispondenza intercorsa sulla vicenda in questi ultimi anni con il presule, i contenuti degli incontri, le commissioni costituite e le proposte avanzate da ambo le parti. In particolare viene ricordato “la proposta del Cda della Fondazione del Febbraio 2017 in cui veniva prospettato “lo spostamento del testamento spirituale nella premessa storica, come del resto suggerito da monsignor Becciu; la regolamentazione dei rapporti Diocesi/Fondazione attraverso un apposito disciplinare d’intesa, per atto notarile (come suggerito dalla stessa Diocesi all’atto della costituzione della prima Commissione paritetica), con previsione di apposita approvazione diocesana per lo svolgimento delle future attività di religione e culto all’interno della nuova chiesa; l’esplicito riconoscimento al Vescovo dei poteri di vigilanza su tutte le attività della Fondazione; la possibilità, per il Vescovo, di nominare un suo sostituto ed un sostituto del parroco, in caso di loro rinuncia a partecipare di diritto al Cda”.

Nel reclamo si accenna anche alla circostanza che “sono poi seguite altre proposte concernenti la modifica dello Statuto, sia da parte della Fondazione che da parte della Diocesi, sino alla quinta bozza vescovile di modifica statutaria, le cui principali novità, rispetto all’attuale Statuto sono: viene eliminata la premessa storica; la Fondazione viene definita come “di ispirazione cattolica” e i suoi scopi “costitutivi ed essenziali”; viene completamente eliminato il testo integrale del Testamento Spirituale di Natuzza; la cura e la gestione della nuova chiesa sono affidate in via esclusiva alla Diocesi, con Protocollo d’intesa fra le parti”. Su questa bozza, l’assemblea dei fondatori dell’ente morale dedicato al “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” si è espressa negativamente, in data 22 luglio 2017, a larghissima maggioranza (116 voti su 130).

Ma la supplicatio inoltrata al vescovo è anche un soprattutto un accorato appello in cui viene ricordato che la Fondazione ha operato sin dalla sua nascita “sotto la guida della sua ispiratrice Natuzza Evolo e dei suoi padri spirituali, don Pasquale Barone e padre Michele Cordiano, in comunione con la Chiesa, ispirandosi a ciò che Natuzza ha trasmesso con la sua vita e, in particolare, al messaggio da lei ricevuto dalla Madonna, consacrato nel suo Testamento spirituale, inserito nello Statuto, in quanto costituisce lo spirito della Fondazione stessa”. Ed ancora che tutto ciò “è stato realizzato, nel corso del tempo, secondo le indicazioni di Mamma Natuzza e con il fattivo contributo dei Fondatori e dei numerosissimi benefattori”.

Una serie di realizzazioni che sono sotto gli occhi di tutti: “Su un’area di oltre 100.000 mq, oggi di proprietà della Fondazione, è stata realizzata, all’interno della “Villa della Gioia”, la chiesa dedicata al Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime, la “grande e bella casa” che fu mostrata a Natuzza dalla Madonna, ultimata nel 2016; è da tempo operante il Centro Anziani “Mons. Pasquale Colloca”. Ed a seguire le opere in intinere: “Sta per essere completato il Centro di riabilitazione “Recupero della Speranza – San Francesco di Paola”, che ha da poco ottenuto il parere favorevole della Regione Calabria per l’accreditamento nell’ambito del sistema sanitario regionale; è in via di allestimento l’Auditorium per 950 posti a sedere, con servizi e sale annesse, luogo di aggregazione e promozione della tradizione culturale e religiosa della Calabria e, in particolare, della nostra Diocesi; è in progetto il Centro “Ospiti della Speranza-Villaggio del Conforto” per malati terminali e loro familiari”. Il che vuol dire che “in questi primi 32 anni di esperienza, l’Associazione prima e la Fondazione poi hanno concretamente perseguito le finalità statutarie di religione e culto, sociali, assistenziali, di beneficenza e di formazione culturale”

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