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Pedofilia e migranti, i vescovi calabresi alzano la voce: «No all’omertà sugli abusi sessuali»

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Non basta soltanto puntare il dito condannando i mali che attanagliano la società. È altrettanto indispensabile indicare risposte adeguate per poter affrontare e prevenire i problemi in esame. Di questo sono profondamente convinti i vescovi della Conferenza episcopale calabra, presieduta da monsignor Vincenzo Bertolone, riuniti a Reggio Calabria per i lavori della sessione invernale.

Bertolone - come riporta la Gazzetta del Sud oggi in edicola - ha voluto porre l’accento sulla questione pedofilia «esortando il popolo di Dio alla conversione personale e comunitaria, affinché la sofferenza delle vittime degli abusi perpetrati da laici e chierici sia di monito per tutti e per tutta la Chiesa». In tal senso la Cec ha invitato la comunità ecclesiale «a rifuggire dalle strade che portano all’omertà» e ha istituito il servizio regionale per la tutela dei minori.

Altro argomento è quello del comportamento della Chiesa di fronte alla ’ndrangheta: al fine di offrire sicuri riferimenti di comprensione è stato strutturato il prossimo corso (terza edizione) da tenersi nel secondo semestre accademico degli istituti teologici della regione, avvalendosi di speciali figure per gli argomenti scelti.

Non sono mancati i riferimenti alla situazione politica attuale che riguarda principalmente il problema immigrazione: «Abbiamo ritenuto di non poter esimerci dal rilevare e sottolineare con amarezza la retrocessione del dovere di accoglienza e ospitalità a mera questione burocratica, privata di rilevanza e perfino della sua intangibile carica valoriale»

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