Calabria

Martedì 29 Aprile 2025

Allarme medici di base, assistenza a rischio in Calabria

L’assistenza sanitaria non è solo quella garantita da ospedali senza posti letto. E nemmeno quella dei Pronto soccorso che rappresentano, ormai, il fronte di perenne disagio che si vive nella raffineria del sistema salute calabrese. I luoghi di cura dovrebbero essere l’approdo finale del malato alla ricerca di risposte sul proprio stato di salute, dopo aver distillato pareri e consulenze attraverso la filiera convenzionale. E, invece, in Calabria (e non solo) spesso i servizi assistenziali diventano il punto di partenza a causa di quel “buco nero” nell’assistenza territoriale. Non esistono filtri, non ci sono strutture intermedie, gli ospedali e le case di comunità restano un progetto sulla carta mentre medici di famiglia e di continuità assistenziale si trovano a singhiozzo. La Fondazione Gimbe ha acceso i riflettori proprio sui medici di base: in tutta Italia ne mancano 5.500. Sostiene il presidente, Nino Cartabellotta: «A fronte di migliaia di pensionamenti, il numero di giovani medici che scelgono questa professione continua a diminuire. Con una popolazione sempre più anziana e malata: nel 2023 gli over 65 erano oltre 14,2 milioni, di cui più della metà affetti da due o più malattie croniche. Intanto, la politica propone la dipendenza dei medici di famiglia come soluzione, senza alcuna valutazione d’impatto economico, contributivo, organizzativo e professionale». C’è una sorta di maledizione geografica su questa nostra terra, una zavorra logistica che influisce sulla rapidità di risposta del sistema sanitario e sui servizi essenziali in genere. La regione non si sviluppa su un rettilineo unico. Le strade dell’assistenza e dei soccorsi seguono, inevitabilmente, i piegoni che si allargano dentro curve e tornanti in fondo ai quali si sono sviluppate le piccole comunità che vanno rapidamente spopolandosi. Nel vuoto si scorgono i piccoli borghi condannati all’isolamento con collegamenti infrastrutturali assenti e servizi inesistenti. In quei piccoli agglomerati di case aggrappate a costoni di roccia o spalmate in mezzo a campagne gonfie di silenzio, la sanità fatica ad arrivare in tempo. I paesi più fortunati hanno un medico condotto, adorato come una divinità. In altri luoghi, invece, il senso di sospensione della vita fa da colonna sonora ai rimedi casalinghi nella speranza che possa bastare. In Calabria, secondo Gimbe, al primo gennaio 2024, mancano 66 medici di base. Ma ciò che inquieta maggiormente è lo squarcio negli organici che si è registrato tra il 2019 e il 2023 con una flessione del 20,9% di medici di base. Un indice che colloca la regione sul podio nazionale, alle spalle di Sardegna (col 39,0% di medici in meno) e Puglia (-25,8%).

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