L’abbattimento delle liste d’attesa nella sanità calabrese è una priorità della struttura commissariale. Lo dimostrano non solo gli oltre 20 milioni erogati a favore di Aziende sanitarie ed ospedaliere, ma anche la nomina di un responsabile, il dottore Sisto Milito, incaricato di verificare volumi, tempi e ogni altro dato necessario al monitoraggio dei tempi per le prestazioni.
Quella che finora era meno nota, semmai, è la fissazione di uno standard di durata delle prestazioni - stabilito anche sulla scorta di un confronto con i dati di altre Regioni - così da uniformare il lavoro degli operatori sanitari attivi in Calabria. Il Dca 345/2024 prevede, per esempio, il limite di 20 minuti per l’esecuzione di una prima visita cardiologica, ginecologica o oculistica, 30 minuti per una risonanza del cervello anche se eseguita con mezzo di contrasto; 15 minuti per un ecocolordoppler dei tronchi sovraortici sia se l’esame si esegue a riposo che dopo prova fisica o farmacologica, 15 minuti per un elettrocardiogramma dinamico e 30 minuti per un test cardiovascolare da sforzo. Limiti di tempo pure per tomografie, spirometrie, mammografie, risonanze magnetiche, ecografie, biopsie, colonscopie, polipectomie, Tac, esofagogastroduodenoscopia, elettromiografia.
Si tratta di un’impostazione che non convince proprio tutti. La Cisl medici, rappresentata da Nino Accorinti, ritiene che questa regolamentazione sia «inaccettabile sotto tutti i punti di vista: sia dal punto di vista contrattuale, andando oltre i vincoli normativi e violando gli accordi pattizi nella specialistica ambulatoriale e dunque indirettamente la stessa disposizione di cui all’articolo 8 decreto legislativo 502/1992, e sia dal punto di vista deontologico, poiché il rapporto medico-paziente non può essere cronometrato, prescindendo da tutte le peculiarità e complessità eventualmente emergenti nella visita del singolo paziente».
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