Calabria

Martedì 24 Settembre 2024

Calabria, l’inflazione (1,3%) frena ma cresce ancora la spesa familiare

L’inflazione è un aculeo conficcato nelle viscere delle nostre finanze. Sale e scende dentro diagrammi che dipendono sempre da fattori esterni e mai da noi stessi. E così, la notizia di un carovita in frenata ad agosto, in fondo, coinvolge fino a un certo punto chi fatica a gestire la sostenibilità della spesa familiare. L’argine della disponibilità economica in ogni casa è seriamente compromesso dai prezzi di un carrello-paniere che non scendono mai veramente. Crescono più o meno velocemente, senza mai una reale picchiata. L’Istituto di statistica di Stato ha appena definito lo scenario di agosto, capolinea d’estate, esaltando il raffreddamento delle quotazioni di luce e gas che ha dato solo l’illusione di una crescita dei prezzi sfumata. Secondo l’Istat, infatti, l’inflazione nazionale è scesa a +1,1% (a luglio era a +1,3%), soprattutto a causa dell’ampliarsi della flessione dei prezzi dei Beni energetici su base tendenziale (-6,1% da - 4,0% di luglio), nonostante le spinte al rialzo registrate nel settore regolamentato. Ma la vita reale non sembra percepire i benefici aritmetici ispirati dalla frenata dell’inflazione. Ci sono intere colonie d’umanità che hanno sempre minori disponibilità di reddito per provvedere ai bisogni di base, gente che, ormai, campa alla giornata con quel poco che riesce a portare a casa. Per sopravvivere. Per sfamarsi. Per non morire di stenti. Per questo, l’inflazione resta una tassa iniqua, pesante, soprattutto, per le fasce deboli della popolazione. L’analisi regionale Al Sud, per molti diventa un problema riempire il carrello della spesa nonostante segnali statistici confortanti. L’Unione nazionale consumatori ha elaborato i dati dell’Istat stilando la graduatoria delle regioni e dei capoluoghi d’Italia con i riflessi del carovita sulla spesa familiare. La Calabria ha chiuso agosto con un indice dell’inflazione pari a + 1,3% (dunque, superiore alla media nazionale). Un dato che rappresenta il secondo più alto d’Italia al pari di Veneto e Friuli Venezia Giulia. Solo il Trentino fa peggio con un +2,1%. Nel Mezzogiorno, anche Campania e Sardegna registrano un valore (+1,2%) superiore alla media italiana. Per quanto riguarda le città, Cosenza si conferma la più cara della Calabria con un indice del carovita che tocca un +1,8%. A seguire c’è Catanzaro con un +1,0%, comunque, sotto la media regionale. La più virtuosa è Reggio con una inflazione che cresce più lentamente che altrove (+0,9%).

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