La sanità è anche emozione dentro l’opera straordinaria che è la vita. C’è una storia che da giorni impregna le cronache di tutta Italia, una storia che racconta di un miracolo compiuto su una bimba di Cosenza che vivrà grazie a una diagnosi prenatale rara e a un intervento chirurgico urgente all’intestino. Un prodigio cominciato all’Annunziata dove la mamma era stata seguita nella sua gravidanza. I giovani genitori avevano vissuto l’attesa con grande emozione, il corredino era già pronto da tempo. All’improvviso, però, le immagini hanno nutrito i primi sospetti degli specialisti del reparto di Ostetricia e Ginecologia. Dubbi su una malformazione all’intestino. Era agosto, estate piena. Da lì comincia il viaggio della speranza della coppia cosentina verso il Meyer, l’ospedale dei bambini. L’ecografia eseguita dal dottor Roberto Biagiotti, responsabile della Diagnosi prenatale della struttura, rivela una grave anomalia: una severa dilatazione delle anse intestinali del feto, indicativa di un’acuta patologia intestinale. Non solo: il team della Diagnosi Prenatale evidenzia, pure, una condizione di grave anemia fetale. Si decide per il cesareo dopo la consulenza con il professor Antonino Morabito, il massimo esperto in Europa di chirurgia pediatrica addominale.
Un intervento perfettamente riuscito con una tecnica alternativa alla stomia sperimentato dal prof Morabito. E dopo cinque mesi la bimba è entrata nella sua casa in Calabria. Resta il prodigio e il coraggio del chirurgo che l’ha operata con un cognome che tradisce le sue origini: «Si mio nonno, anche lui Antonino Morabito, è nato a Gallina, papà, invece, è originario di Reggio Calabria. Poi, tutta quanta la famiglia si è trasferita in Umbria dove io sono nato. Però, ogni tanto torno giù, anche se molto meno di quanto vorrei. In Calabria ho ancora parte dei miei familiari, altri vivono a Palermo. La Calabria la porto sempre nel cuore».
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria
Caricamento commenti
Commenta la notizia