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In Calabria mancano medici e chiudono le guardie mediche. Catanzaro la provincia più colpita

Postazioni di continuità assistenziali chiuse per carenza di medici. Accade in Calabria, dove le comunicazioni di chiusura si moltiplicano giorno dopo giorno. La provincia più colpita dal fenomeno è quella di Catanzaro, dove diversi sindaci hanno avviato azioni di protesta pur di difendere il diritto alla salute dei propri concittadini. L’iter è sempre lo stesso, come raccontato da diversi sindaci: «Il sistema - dice all’AGI - il sindaco di Petronà, Vincenzo Bianco, anch’egli interessato al problema - è andato definitivamente in tilt dopo il periodo del Covid-19, quando molti giovani medici calabresi sono stati invitati a spostarsi al Nord in cambio di una serie di benefit. Questo ha scoperto i nostri presidi e ora non riceviamo soluzioni ai problemi quotidiani».
Dallo scorso 1* luglio la guardia medica di Marcedusa, piccolo centro ai piedi della Presila, in provincia di Catanzaro, è chiusa e gli utenti, una popolazione prevalentemente anziana, sono dirottati proprio a Botricello. Ma quest’ultimo presidio rimane chiuso a sua volta, con ulteriore provvedimento che indica la postazione a cui rivolgersi. «In questo modo la richiesta di soccorso diventa un terno al lotto», racconta un cittadino di Marcedusa che poche notti fa è dovuto ricorrere alle cure mediche per una crisi respiratoria che ha colpito la figlia di 5 anni.

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