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Regionali in Calabria: l’harakiri dei calendiani, lo strappo con Occhiuto e poi il “regalo” ai renziani

De Nisi e Graziano restano fuori da Palazzo Campanella. I loro consensi decisivi per la promozione di Greco (Iv)

Tutto nel giro di un paio di mesi. Le dimissioni di Roberto Occhiuto, lo strappo col centrodestra (con Calenda che definisce «bullo» Occhiuto davanti a telecamere e taccuini dei giornalisti), la fine anticipata della legislatura, la scelta di confluire nel centrosinistra dando vita al progetto di Casa Riformista, infine la mancata elezione in Consiglio regionale. Masticano amaro Francesco De Nisi e Giuseppe Graziano, i due alfieri di Azione in Calabria. Da co-protagonisti della rovente estate politica ad esclusi “eccellenti” della tornata elettorale appena passata agli archivi. Una beffa acuita dalla circostanza che i loro consensi - entrambi hanno conseguito un buon risultato a livello personale - si sono rivelati decisivi per l’elezione nell’Astronave di Filomena Greco, coordinatrice regionale di Italia Viva. Senza le loro preferenze, difficilmente Casa Riformista avrebbe superato il quorum del 4 per cento necessario per accedere alla ripartizione dei 30 seggi in palio. Ma tant’è. Per il momento non restano che i rimpianti e le recriminazioni nei confronti di una legge elettorale, quella calabrese, caratterizzata da alcune anomalie e da regole alquanto singolari.
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