Le elezioni regionali del 5 e 6 ottobre in Calabria si avvicinano, e mai come quest’anno il dibattito politico sembra intrecciarsi con il tema della rappresentanza femminile. In un panorama tradizionalmente dominato da voci maschili, per le donne è forse ancora più difficile decidere di mettersi in gioco, portando idee, esperienze e visioni differenti per il futuro della regione. Abbiamo rivolto ad alcune candidate al Consiglio regionale cinque domande per comprendere motivazioni, priorità e proposte, con l’obiettivo di offrire ai lettori uno sguardo diretto sulle persone che chiedono la fiducia degli elettori. Le prime a rispondere sono Alessia Piperno (Alleanza Verdi e Sinistra, circoscrizione Centro) e Cetty Scarcella (Forza Italia, circoscrizione Sud).
Le cinque domande della “Gazzetta”
Ecco i cinque quesiti che abbiamo posto alle candidate al Consiglio regionale protagoniste della nostra inchiesta. 1. Cosa l’ha spinta a candidarsi e quali sono i valori che intende portare in Consiglio regionale? 2 . Poche donne in Consiglio regionale, soprattutto nelle Circoscrizioni centrale e meridionale. Cosa pensa della questione di genere legata anche alla rappresentanza? 3. Pericolo astensionismo. Come convincere le persone ad andare a votare? 4. Quali sono i temi su cui si impegnerà con più decisione se eletta? 5. Come immagina la Calabria nei prossimi anni e quale contributo pensa di poter dare a questo cambiamento? Alessia Piperno (medico) 1. Sono fermamente convinta che il nostro servizio sanitario pubblico possa migliorare. Ogni giorno con la mia divisa e la mia ambulanza, insieme ad autista e infermiere, mi trovo davanti situazioni umanamente devastanti. Ho provato io stessa quel senso di angoscia che ti assale quando stai male e non vedi uno spiraglio di luce. Non riesco ad accettare che in un Paese come il nostro, nel 2025, ancora ci siano persone costrette a rivolgersi alla sanità privata o all’amico di turno per vedere realizzato un proprio diritto costituzionale. Giovani onesti costretti a lasciare questa terra perché nauseati da un sistema corrotto che troppo spesso non lascia spazio alla meritocrazia. Pazienti disperati che si rifanno su quei pochi sanitari e pochissimi servizi ormai presenti, medici ed infermieri sotterrati da montagne di lavoro e burocrazia senza alcun riconoscimento, senza nemmeno essere ascoltati. Chi doveva tutelarci, aiutarci, sostenerci è riuscito solo a creare una “guerra tra poveri”. Bisogna dire basta a tutto questo e non lo si può fare giusto il mese prima delle elezioni. 2. Sono una fervida sostenitrice del ruolo delle donne in ambito politico, sociale, così come in tutti gli ambiti professionali, e mi dispiace che ad oggi la disparità di genere non sia stata ancora colmata. Credo le donne abbiano capacità organizzative e gestionali, senza niente togliere agli uomini, nettamente superiori, ovviamente con le dovute eccezioni. Basta pensare all’organizzazione all’interno delle nostre famiglie. 3. Convincere le persone ad andare a votare è la sfida più importante che oggi un candidato affronta quotidianamente. In realtà, a mio avviso, questo problema ad oggi non dovrebbe nemmeno porsi. Il voto rappresenta la più alta forma di democrazia, l’unico primo, reale, concreto passo che si può fare per ritornare a vedere quello spiraglio di luce che ormai sembra perso. Abbiamo letto di pazienti morti per una guardia medica chiusa, sulla barella di un pronto soccorso in attesa di un posto letto, nelle proprie abitazioni, per la strada, nei locali aspettando quell’unica ambulanza proveniente da chissà dove. Non sappiamo più a chi rivolgerci per avere una visita o un esame diagnostico in tempi ragionevoli. Davanti a tutto questo, il 5 ed il 6 ottobre non si può rimanere a casa. È ora di alzare la testa e di dire basta. 4. Non vi è dubbio che il tallone d’Achille sia la sanità. Purtroppo anche l’attuale scarsa efficienza del sistema sanitario pubblico rientra tra i motivi che spingono giovani famiglie a lasciare la Calabria. La mia prima attenzione sarà perciò volta al ripristino di una sanità efficace, efficiente e accessibile a tutti, e all’individuazione di soluzioni concrete che possano aumentare il personale sanitario e valorizzare quello in essere. Tuttavia, la sanità non rappresenta certo l’unica criticità, uno sguardo d’insieme perciò risulta a mio avviso obbligatorio. 5. Alla prima domanda non mi sento di rispondere, credo che molto dipenda da chi vincerà queste elezioni e da chi saranno i componenti del nuovo Consiglio regionale. La decisione finale spetta agli elettori. Quello che chiedo è di abbandonare le logiche personali: informatevi sui candidati, cercateli sui canali social, chiedete di loro in giro, a chi li conosce, valutate non quello che dicono, promettono e professano da due mesi a questa parte, ma le loro idee, le loro parole, le loro battaglie, il loro difendere il bene pubblico in tempi non sospetti. Cetty Scarcella (giurista e imprenditrice agricola) 1. Ciò che mi ha spinto a scendere in campo è l’amore per il mio territorio. Vivo le difficoltà delle aree interne, dei piccoli comuni, la lontananza dai presidi ospedalieri. Ambienti dimenticati, lasciati al degrado soprattutto nelle nostre zone della fascia aspromontana (per fare solo un esempio la strada Bovalino- Bagnara). Poi sono sempre stata propensa a migliorare quello che c’è di buono interessandomi su più fronti, e sono radicata nel tessuto sociale anche di altri paesi. Fare rete è la cosa più importante e abbiamo delle zone da valorizzare che non siamo stati in grado di raccontare. 2. Soprattutto in provincia di Reggio c’è l’idea che la quota rosa venga inserita come riempilista. In questi anni l’idea di una donna politicamente attiva nelle nostre zone non è stata molto ben vista, ma ho notato dal 2021 che la gente ha iniziato a crederci un po’ di più. È vero che le donne hanno un po’ più di difficoltà ad approcciarsi sul territorio, ma ci sono esempi come Giusi Princi che si sta battendo tanto nelle Istituzioni. Per me la candidatura in Forza Italia è molto importante ed è un segno dell’impegno che ho dimostrato in questi anni nel contesto sociale e politico. Il fatto di essere stata coinvolta in dei progetti che mettono al centro la donna, mi rafforza. Non sono femminista, non voglio fare discriminazioni. C’è bisogno di creare unione tra tutti. 3. È una difficoltà che incontro quotidianamente. È difficile far capire alla gente che non si possono prendere degli impegni se non si è nelle condizioni di poter fare. Ho difficoltà di dire alla gente che le cose cambieranno perché è da anni che si promette che queste cose cambieranno. Qualcosa è stato fatto, ma ci vuole tempo. Sono battaglie che porterò avanti. 4. Tengo particolarmente al settore agricolo perché penso che sia uno dei settore più importanti in Calabria. Bisogna sostenere il settore e le imprese con delle agevolazioni reali e concrete e con dei finanziamenti anche nell’ambito burocratico, perché aprire oggi un’attività è veramente difficile. Bisogna snellire la burocrazia e vorrei che venissero valorizzati tutti i prodotti che fanno della Calabria una terra preziosa: dall’olio al bergamotto. L’altro tema è quello delle infrastrutture e per questo sto lottando per la Bovalino-Bagnara (un progetto mai andato in porto). Io vivo quotidianamente le zone del Tirreno e dello Ionio, ma, ci metto due ore ad arrivare sulla Ionica. 5. Io immagino una terra più attrattiva possibile. Anche se negli ultimi quattro anni tanto è stato fatto. Quest’estate la nostra Calabria è stata meta di turisti, soprattutto stranieri. La mia idea di Calabria è di una terra che sia ai primi posti delle classifiche in Italia. Non abbiamo nulla in meno rispetto ad altri posti e abbiamo il diritto e il dovere di valorizzare ulteriormente le nostre zone. Una terra più vivibile perché i giovani rimasti sono molto pochi. Dobbiamo costruire un futuro da far meritare ai nostri figli, portando le nostre competenze qui, e investire nella nostra terra.