La sanità vacilla da quando ha perso di vista il suo obiettivo, da quando l’assistenza da garantire ai cittadini è stata sacrificata da manager e commissari sull’altare dei bilanci. Le manovre di questi anni sono state rigidamente ancorate a una combinazione di numeri, costi e, soprattutto, tagli. Posti ridotti nelle degenze e corsie sempre meno affollate di “camici bianchi”. Pochi medici sulle ambulanze e nei poliambulatori, Pronto soccorso ridotti a una bolgia e liste d’attesa per visite specialistiche fino a tre anni. E allora, la domanda sorge spontanea: «Quale destino per la sanità nei vostri programmi?». Un quesito che il Comitato “(Si) La salute bene comune”, intende girare ai candidati alla regione in un confronto pubblico. L'articolo completo è disponibile sull'edizione cartacea e digitale