Calabria alle urne, la voce dei candidati. Occhiuto: “Voglio completare l’opera”. “Tridico: adesso una nuova primavera”
Tante buone intenzioni e l’obiettivo di migliorare la Calabria nei prossimi anni. La Gazzetta del Sud ha posto alcune domande ai due principali duellanti di questa campagna elettorale sui temi di più stringente attualità. Di seguito, le loro risposte.
Roberto Occhiuto (Forza Italia)
«Non ho la bacchetta magica ed è difficile riformare la Calabria in così poco tempo, ma in questi 4 anni abbiamo fatto di più che negli ultimi 40. Se non mi fossi dimesso avrei provocato immobilismo nella Regione per un anno. Non è facile guidare la macchina burocratica regionale, ma è impossibile farlo quando a causa dell’uso strumentale di un’inchiesta della magistratura il presidente è visto da dirigenti e funzionari come un governatore azzoppato e senza prospettive. In questo contesto non avrei potuto completare il lavoro iniziato e sarei stato logorato, anche mediaticamente, per mesi». In caso di mandato bis, quali saranno le priorità di questo secondo tempo? «I nuovi ospedali, per vent’anni solo sulla carta, stanno andando avanti con tempi record: quello della Sibaritide sarà ultimato entro il 2026, e a seguire quelli di Vibo e di Palmi. Avanti decisi anche su case e ospedali di comunità, e nuove assunzioni per medici e infermieri. Sul lavoro priorità alla stabilizzazione dei precari, Tis in testa, e alla creazione di nuova occupazione stabile. In questi anni abbiamo chiuso vertenze complicatissime, tutti ricordano i 1000 lavoratori Abramo salvati, e abbiamo attratto tanti investimenti». Sarà questa la legislatura in cui la Calabria tornerà al regime ordinario nella sanità? «Abbiamo posto le basi per liberarci di due camicie di forza: dal commissariamento prima e dal piano di rientro dopo. E questa è la prospettiva che già dai primi mesi del quinquennio ci permetterà finalmente di fare investimenti per migliorare la sanità. Avremo, inoltre, un piano strategico per reclutare nuovi medici, attraverso speciali incentivi che utilizzeremo per far tornare in Regione tanti camici bianchi calabresi che lavorano in tutta Italia e che non vedrebbero l’ora di rientrare a casa». Nella legislatura appena termina, lei è apparso in più occasioni un uomo solo al comando. Stavolta concederà più spazio agli alleati? «I super risultati che avranno alle elezioni gli assessori in campo e tutti i partiti del centrodestra dimostreranno che nel mio governo regionale tutti hanno avuto grande spazio di manovra. Ho delegato moltissimo alla mia squadra e abbiamo fatto tanto anche per questo. È chiaro che in alcuni dossier strategici serviva velocità e fermezza. Per governare la Calabria, in determinati frangenti, serve anche una dose di decisionismo».
Pasquale Tridico (5 Stelle)
«La Calabria è la mia terra, qui ci sono le mie radici, un bagaglio che porto con me in ogni luogo e in ogni tappa della mia vita. Questa terra mi ha formato ed ora sento la responsabilità di dare il mio contributo per cambiare questa regione. Un’altra politica è possibile puntando su competenze, visione, giustizia sociale, crescita sostenibile. La Calabria deve essere la terra dove si resta e dove si torna». In caso di vittoria, quali saranno le priorità del suo mandato? «La sanità è senz’altro in cima alla lista. Una sanità che sia pubblica ed intesa come diritto universale. Il servizio sanitario erogato in Calabria è al collasso, le liste d’attesa sono infinite, i pronto soccorso senza personale, siamo fanalino di coda in Italia nell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza. Per un ricovero o per fare un esame ora devi chiedere un favore a un politico. La rotta è da invertire anche con un nuovo patto per la mobilità, il potenziamento della rete ferroviaria e un trasporto pubblico locale efficiente che colleghi anche le aree interne con le città. In ultimo, ma non per ultimo, la lotta alla criminalità attraverso processi virtuosi come gli appalti trasparenti». Sarà questa la legislatura in cui la Calabria tornerà al regime ordinario nella sanità? «L’autonomia e la gestione regionale della sanità sono fondamentali. Contiamo di porre fine al commissariamento nel giro di alcuni mesi e di avviare col governo la rinegoziazione del debito per rimodulare i termini di rientro e alleggerirne l’impatto nel bilancio: l’obiettivo è liberare risorse da reinvestire nel sistema sanitario pubblico». Come pensa di tenere insieme una coalizione che spazia da Rifondazione comunista a esponenti che fino all’altro giorno siedevano in maggioranza col centrodestra? «Intanto c’è da dire che sul mio nome si è creata da subito una forte convergenza di tutto il fronte progressista. Il “Papeete di Occhiuto”, le sue dimissioni a mo’ di sfida ai suoi alleati e alla magistratura, ha stretto le maglie del campo largo. La coalizione si tiene insieme intorno ad un programma condiviso in dieci punti, elaborato da me, sindaci, studiosi, parti sociali, politici, Terzo settore ed esperti. È tempo di una nuova primavera calabrese: noi ci crediamo».