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Occhiuto si tiene “stretta” la Sanità, niente dimissioni da commissario

Nessun passo indietro sulla gestione della sanità calabrese. Roberto Occhiuto non ha intenzione di mollare il ruolo di commissario ad acta che gli è stato conferito dal governo nazionale il 4 novembre 2021. E ciò nonostante il passo indietro - nelle prossime 48 ore dovrebbe arrivare la formalizzazione delle dimissioni - da presidente della Regione. Le norme gli consentono di rimanere in sella perché la designazione altro non è che un incarico conferito direttamente dal Consiglio dei ministri che prescinde - dal punto di vista formale - dal ruolo di governatore. Basti pensare che per oltre dieci anni di commissariamento i due ruoli sono sempre stati separati. Dunque, formalmente non ci sono ostacoli a proseguire. L’unico stop potrebbe arrivare solo dal governo con un decreto di revoca, eventualità più che remota in una fase in cui il centrodestra ha necessità di massimizzare il bottino elettorale nella campagna d’autunno delle Regionali.
Detronizzare Occhiuto equivarrebbe ad ammettere il fallimento nella gestione di un settore dove l’emergenza fa capolino da oltre 15 anni. Si va avanti così, insomma. Il presidente calabrese punta ad ottenere già prima dell’appuntamento con le urne - verosimilmente in programma ad ottobre - l’approvazione della delibera di uscita dal commissariamento (tocca sempre al Cdm vararla) e la validazione del nuovo Piano di rientro. E se l’accordo politico pare esserci, restano da sistemare alcuni aspetti con i burocrati dei Ministeri competenti e della Ragioneria dello Stato per quanto riguarda dettagli tecnici sulle nuove regole d’ingaggio.
Il ritorno al regime ordinario sarebbe “giustificato” da un miglioramento dei Livelli essenziali di assistenza (oggi la Calabria è adempiente in due aree su tre) e dalla fine della contabilità “orale”. Nelle scorse settimane la struttura commissariale guidata dallo stesso Occhiuto ha completato la “normalizzazione” contabile del settore, con l’approvazione del Bilancio “Consolidato” 2024, il documento contabile che tiene conto della gestione di tutto il perimetro del comparto, quindi le Asp, le Aziende ospedaliere, Azienda Zero e la Gsa. Ciò è avvenuto al termine di un percorso che aveva già registrato il via libera ai bilanci delle singole Aziende.
Ora, se l’uscita dal commissariamento potrà rappresentare un biglietto da visita da presentare agli elettori in campagna elettorale, questo non significa che la sanità calabrese sia guarita dai suoi mali. Gli ultimi fatti di cronaca restituiscono l’immagine di un settore dove ancora sono presenti sacche di inefficienze e disfunzioni. Tutto questo senza dimenticare l’inevitabile rallentamento (causa fine della legislatura) del completamento delle strutture finanziate dal Pnrr come Case e ospedali di comunità.

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