
«Ho chiamato Calenda, gli ho chiesto scusa perché è vero che mi aveva cercato e io poi non lo avevo richiamato. Gli ho detto anche che purtroppo però è stato sfortunato perché, come spesso gli capita, fa dichiarazioni intempestive». Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, parlando con i giornalisti a margine del suo intervento alla rassegna politica del Magna Graecia Film Festival, replicando al leader di Azione - che sosteneva la Giunta Occhiuto pur non facendone parte - che nei giorni scorsi gli ha dato del bullo dopo che non era riuscito a parlarci affermando che l’attività in Regione era bloccata.
«Gli ho detto - ha aggiunto Occhiuto - 'guarda Carlo, mi dispiace perché non ti ho chiamato e hai ragione, ma queste tue dichiarazioni sul governo regionale credo siano, come al solito, intempestive. Tra due ore annuncerò le mie dimissioni e l'alleanza con Azione sarà complicato farla dopo quello che hai dettò». Occhiuto si è poi rivolto ai consiglieri regionali di Azione: "Stavano cominciando a dimostrare una voglia di distinguersi che nei quattro anni precedenti non avevano mai avuto. Ho detto loro che Calenda aveva ragione a dire che non sono il Papa. Ho detto sì, non mi sento il Papa ma ho letto il Vangelo. Ho invitato i consiglieri a leggerlo, e soprattutto a leggere Marco 13-33: 'Vegliate, fate attenzione perché non sapete quando è il momentò. Se devo fare anche il catechismo lo faccio. Ecco perché - ha concluso - l’alleanza con Azione diventa complicata, molto complicata».
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