
Quasi quattro ore di seduta per approvare undici provvedimenti, il più significativo dei quali è politicamente l’abrogazione delle primarie per la scelta del candidato governatore. Pronto ad abbassare le saracinesche per la pausa estiva, il Consiglio regionale ha votato ieri anche le linee guida per l’aggiornamento del piano regionale dei trasporti. In tutto dodici i punti all’ordine del giorno, comprese le interrogazioni trattate a fine seduta.
Alta velocità e alta tensione
In apertura, via libera al rendiconto per l’esercizio finanziario 2024 del Consiglio stesso ed a quello dell’Arpacal, prima delle scintille sul tema dei trasporti. Se per Amalia Bruni (Pd) la delibera «sa molto di copia e incolla» peraltro «dopo ben tre anni e mezzo di legislatura», secondo Raffaele Mammoliti (anch’egli Pd) manca «una pianificazione temporale chiara». Hanno rincarato la dose Ernesto Alecci ed il capogruppo dem Mimmo Bevacqua, secondo cui il documento finito ieri in aula «è il simbolo dell’inezia di questa amministrazione» mentre «non sono, ad oggi, garantiti i servizi essenziali». Bordate anche dai cinquestelle, che giudicano «inaccettabile» che «si parli e si legga di alta velocità ferroviaria» perché «nulla in merito è stato fatto e, ad oggi, la Calabria non ha in dotazione le risorse necessarie affinché qualcosa venga fatto. Manca un mld per arrivare a Praia a Mare. Il centrodestra calabrese – ha detto Davide Tavernise – deve battere i pugni con la controparte romana, perché non possiamo fermarci». Per la maggioranza ha replicato Pietro Raso della Lega, precisando che «si è in presenza di un documento di indirizzo e non del Piano regionale dei trasporti» e, soprattutto, rivendicando che «sull’alta velocità è stato fatto in questa legislatura più che negli ultimi trent’anni».
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