
«Ho appreso di essere iscritto nel registro degli indagati per un’ipotesi di corruzione»: con queste parole, diffuse in un video pubblicato sui social, il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto ha informato ieri l’opinione pubblica dell’avvio di un'indagine da parte della Procura di Catanzaro. Il governatore ha scelto la via della trasparenza, spiegando di confidare “pienamente” nell’operato della magistratura e ribadendo la correttezza del proprio operato. La notizia arriva in un momento di grande visibilità politica per Occhiuto, ormai figura chiave nella geografia del centrodestra italiano.
Dagli studi in economia al mondo della comunicazione
Nato a Cosenza il 13 maggio 1969, Roberto Occhiuto si laurea in Scienze economiche all’Università della Calabria e avvia la propria carriera professionale nel settore della comunicazione, diventando giornalista pubblicista e direttore di un network televisivo calabrese. Già in quegli anni, Occhiuto comincia a costruire un profilo pubblico fondato su una narrazione del riscatto e dell’efficienza, elementi che diventeranno tratti distintivi anche della sua azione politica.
Un percorso politico radicato e trasversale
Il suo ingresso in politica avviene giovanissimo, con la Democrazia Cristiana. Dopo l’elezione a consigliere comunale di Cosenza nel 1993, il suo percorso si intreccia con diverse sigle del centro cattolico: PPI, CDU, CCD. Nel 2000 aderisce a Forza Italia, con cui viene eletto nel consiglio regionale calabrese, risultando il più giovane consigliere della sua lista.
In seguito, a causa di dissidi interni con la dirigenza locale del partito, passa al CCD e successivamente confluisce nell’UDC, con cui viene riconfermato nel 2005 con oltre 16.000 preferenze.
Nel 2008 debutta a Montecitorio tra le fila dell’UDC, per poi rientrare nel 2013 in Forza Italia, dove diventa una delle voci più riconoscibili del gruppo parlamentare. Nella XVIII legislatura, viene scelto come capogruppo vicario, e poi promosso capogruppo alla Camera nel 2021.
Il governo della Calabria
Nel 2021, Occhiuto viene scelto dal centrodestra come candidato alla guida della Regione Calabria, in un contesto politico difficile, segnato dalla prematura scomparsa di Jole Santelli. La campagna elettorale si caratterizza per toni misurati e un programma incentrato su sanità, infrastrutture e attrattività degli investimenti. Ottiene un ampio consenso, con il 54,5% dei voti.
Pochi giorni dopo l’insediamento, il governo lo nomina commissario straordinario per la sanità, affidandogli uno dei dossier più complessi del Mezzogiorno. Occhiuto affronta la sfida con un approccio decisionista, chiedendo al governo “carta bianca” per la scelta dei suoi collaboratori.
Un ruolo centrale in Forza Italia
Con la scomparsa di Berlusconi, Forza Italia ha avviato un processo di riorganizzazione interna. Nel primo congresso post-berlusconiano, svoltosi nel febbraio 2024, Occhiuto viene eletto vicesegretario nazionale, al fianco del leader Antonio Tajani. Un ruolo che ne consacra l’influenza anche a livello nazionale, confermando la sua figura come uno dei riferimenti strategici del partito, specie nel Meridione.
Una stagione ancora aperta
Nonostante le ultime notizie giudiziarie, che lo stesso Occhiuto ha scelto di rendere pubbliche senza attendere comunicazioni formali, il suo profilo politico rimane quello di un amministratore riformista, convinto sostenitore di un Sud protagonista e meno assistito. Il suo stile, sobrio e concreto, ha raccolto consenso anche fuori dai confini calabresi, in un partito che oggi guarda a lui come a una delle sue leve più solide per il futuro.
Resta ora da capire come evolverà l’inchiesta, ma al momento — come lo stesso presidente ha ribadito — «non c’è nulla da temere». La stagione politica di Roberto Occhiuto, in ogni caso, non appare affatto conclusa.
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