
Nella prima vera domenica estiva, quasi tutta la maggioranza nel Consiglio comunale di Vibo, preferisce andare a mare. Così le parole di Francesco Muzzopappa, pesantissime nei confronti del sindaco “in cortocircuito” e della sua «piccola oligarchia che amministra la città» rischiano di cadere nel vuoto. “Progetto Vibo” non avverte alcuna esigenza di replicare. Ed anche le altre forze politiche risultano sostanzialmente non pervenute. In soccorso al primo cittadino va - neanche a dirlo - il Pd, la compagine più bistrattata da Romeo in questo primo scorcio di consiliatura, in tutti i sensi, per la quale l’ex candidato a sindaco aveva avuto peraltro parole di apprezzamento chiarendo come i Dem fossero stati gli unici a non assecondare su questioni molto delicate (nomina del capo di Gabinetto in primis) il principale inquilino di palazzo Luigi Razza.
Il motivo per cui ieri abbiano deciso di… puntualizzare, rimane per la verità un mistero. Ma tant’è. «Per noi è importante - hanno spiegato i democratici - che, un consigliere di opposizione, Francesco Muzzopappa valorizzi l'impegno di un partito che sta lavorando, senza sosta, per il miglioramento della nostra città. Non possiamo, però, non stigmatizzare che quando si parla di Pd non si può pensare di allontanarvi il sindaco». Una precisazione seguita da una serie di considerazioni: «Enzo Romeo -hanno chiarito - è la massima espressione del partito in città ed il partito tutto, a partire dal gruppo consiliare e dalla Giunta, è incessantemente impegnato a sostenerlo. Il Pd di Vibo da sempre ha come valori fondanti la legalità e la trasparenza ed anche per questo motivo ha deciso di proporre alla città Enzo Romeo come sindaco. Il primo cittadino ne è un iscritto e come tale ne condivide in pieno i valori».
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