Il seggio della discordia. La battaglia procedurale che ha visto contrapposti davanti alla giunta per le elezioni del Parlamento il deputato di Forza Italia, Andrea Gentile e la parlamentare dei Cinquestelle, Elisa Scutellà, diventa un caso giudiziario. La ragione? La procura di Cosenza, diretta da Vincenzo Capomolla, ha chiesto e ottenuto dalla Camera la consegna della documentazione e delle schede diventate oggetto della contesa politica. Una contesa conclusasi con la decadenza di Scutellà e l’ingresso a Montecitorio di Gentile. La magistratura inquirente bruzia vuole, evidentemente, accertare l’indicazione di voto espressa dagli elettori nelle 400 schede riesaminate che hanno, di fatto, ribaltato l’iniziale risultato nel collegio cosentino. L’apertura dell’indagine è frutto di un esposto presentato dalla deputata esclusa nella Capitale e poi trasmesso per competenza in Calabria. Il confronto tra Gentile e Anna Laura Orrico si era concluso a beneficio della ex sottosegretaria pentastellata che, successivamente, optando per un altro seggio aveva consentito a Elisa Scutellà di subentrare come prima dei non eletti. Andrea Gentile, per il tramite d’un ricorso presentato dall’avv. Oreste Morcavallo, aveva chiesto e ottenuto un riconteggio a campione risultato, ad avviso della stessa Giunta per le elezioni di Montecitorio, a suo favore. Da qui il cambio in corsa con l’ingresso del deputato cosentino al posto della ormai ex collega Scutellà. La vicenda aveva suscitato un scontro accesissimo dentro e fuori la Camera tra il centrodestra (e in particolare Forza Italia) e il Movimento Cinquestelle. L'articolo completo è disponibile sull'edizione cartacea e digitale