
La Lega non molla la presa sull’Autonomia differenziata. L’importante stop alla riforma arrivato dalla Corte costituzionale lo scorso autunno non sembra scalfire la volontà dei vertici del Carroccio, ancora convinti (dopo avere incassato il “no” al referendum abrogativo) di poter portare a casa quella che è considerata la madre di tutte le battaglie. Prova ne è la nuova bozza del disegno di legge finalizzata ad assegnare al governo la delega necessaria a ridisegnare il sistema dei Livelli essenziali delle prestazioni, i famigerati Lep finiti sotto la scure della Consulta.
Nel testo che circola da qualche giorno - potrebbe cambiare ulteriormente - si legge di 41 articoli che interessano sostanzialmente 12 ambiti: dall’ordinamento sportivo ai trasporti, dall’energia, ai beni culturali e altre materie ancora. Tuttavia, tra gli aspetti più “sorprendenti” c’è la completa assenza nel Ddl dei Lep in materia sociosanitaria. Si danno per scontati quelli individuati nel Dpcm, datato 12 gennaio 2017. Per l’appunto, i Lea antecedenti al Covid, in un mondo totalmente diverso da quello attuale.
E se esiste una connessione tra vecchio e nuovo testo, questa è l’assenza di risorse aggiuntive. La formula utilizzata nella bozza è sempre la stessa: «Non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, né incremento della pressione fiscale rispetto a quella risultante dall’applicazione della legislazione vigente».
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