Calabria

Venerdì 14 Marzo 2025

Crepe e malumori nel centrodestra calabrese. Due stop (inaspettati) in Consiglio

Due stop (inaspettati) e una (quasi) certezza: il centrodestra calabrese non versa in perfette condizioni di salute. E anche se parlare di crisi oggi appare esagerato, le spie di un malessere diffuso nello schieramento di governo affiorano periodicamente in maniera carsica. Prova ne è la doppia frenata - tra novembre e marzo - in Consiglio regionale sull’istituzione di due nuove Agenzie, la ReDigit per il digitale (voluta da Fratelli d’Italia) e l’Agenzia per l’energia Arec (sponsorizzata da Azione). Le assenze nelle fila della maggioranza hanno reso impossibile il raggiungimento del quorum dei due terzi dell’Aula, rendendo di fatto vano il “soccorso rosso” arrivato da alcuni esponenti dell’opposizione come Ferdinando Laghi e Francesco Afflitto. Ora, sul varo delle riforme attese non dovrebbero esserci particolari dubbi, ma intanto i due dossier per la terza volta torneranno a Palazzo Campanella, a conferma di uno start non proprio agevole. Altri banchi di prova si stagliano all’orizzonte: sono quelli rappresentati dalle cosiddette autoriforme – l’introduzione del consigliere “supplente” e il tetto al numero degli assessori esterni al Consiglio regionale – che sono adesso in stand-by dopo alcune perplessità espresse dai responsabili dei principali partiti della coalizione e anche dal governatore Roberto Occhiuto, favorevole a limiti meno stringenti sugli “esterni” nell’esecutivo regionale. Le incertezze registrate sull’asse Cittadella-Astronave si ripercuotono anche sui territori. Non è un caso che nei principali centri chiamati al voto tra qualche settimana - su tutti Lamezia Terme e Rende - il centrodestra non abbia ancora imboccato una strada precisa. Tra veti incrociati, difficoltà di dialogo e valutazioni infinite, i colonnelli della coalizione stanno accumulando un ritardo importante, confermando un trend preoccupante.

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