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La Regione Calabria completa la “scalata” a Sacal

Scaduti i termini per la ricapitalizzazione: il peso della Cittadella nella società che gestisce gli aeroporti cresce notevolmente (quasi l’80%). Utilizzati tutti i 75 milioni stanziati dalla legge di Stabilità per acquistare le quote inoptate. L’assessore Minenna difende la bontà dell’operazione ma nelle opposizioni restano i dubbi

Il peso del pubblico cresce in maniera esponenziale all'interno della Sacal, la società che gestisce gli aeroporti di Crotone, Lamezia Terme e Reggio Calabria. Al termine delle operazioni di ricapitalizzazione del capitale sociale, la Regione Calabria sale a circa l’80 per cento delle azioni totali. Prende così corpo l’operazione completata lo scorso mese di dicembre, attraverso un emendamento alla legge di Stabilità regionale, che ha semplificato la procedura per l’esercizio del diritto di opzione al fine di utilizzare lo stanziamento di 75 milioni (fondi Fsc) per l’acquisto delle quote inoptate dagli altri soci. Cosa che è effettivamente avvenuta alla chiusura dei termini stabiliti. Si tratta di un cambiamento importante se si considera che fino a tre anni fa erano i privati a detenere la maggioranza relativa delle quote all'interno della Sacal e la società versava in forte difficoltà finanziaria. Con il nuovo cambio degli assetti, la società è quasi interamente controllata dalla Regione, altre poche quote resterebbero in mano ai Comuni di Catanzaro, Lamezia, oltre alle Camere di commercio di Cosenza e Catanzaro-Crotone-Vibo. La presenza dei privati, dunque, è ancora più ridotta.

L'iniezione di capitali freschi, secondo quanto già annunciato da Marco Franchini, amministratore unico di Sacal, sarà finalizzata «al miglioramento infrastrutturale degli aeroporti calabresi e al rafforzamento di alcuni servizi come security e digitalizzazione».

 

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