“Il caso di cronaca verificatosi ultimamente a Cosenza in una struttura sanitaria privata, dove è avvenuto il rapimento di una neonata, impone delle riflessioni, e delle azioni da mettere in campo, riguardo le misure di sicurezza che i presidi extraospedalieri dovrebbero assicurare ed in base ai quali essere accreditati”.
Lo affermano in una nota la deputata Anna Laura Orrico, coordinatrice calabrese del Movimento 5 stelle, e Davide Tavernise capogruppo pentastellato in Consiglio regionale.
“In un sistema sanitario – dicono - sempre più privatizzato, al quale i cittadini sono spesso costretti a rivolgersi, sarebbe doveroso che le regole sulla sicurezza siano adeguate e per questo è indispensabile agire in modo da prevenire ogni circostanza che metta a rischio non solo i pazienti quanto gli stessi operatori della salute. Per farlo dobbiamo partire dal quadro normativo regionale ed appare evidente come i requisiti previsti per le strutture private convenzionate propedeutici all’accreditamento siano da modificare e aggiornare. Ne servono, cioè, di più stringenti: non è possibile, in sostanza, tagliare sul personale di portineria o di vigilanza. Senza per questo dimenticare gli standard da garantire sulla formazione, i supporti e gli strumenti tecnologici, le verifiche periodiche sul rispetto della legge.
D’altronde – proseguono gli esponenti pentastellati -, anche il Garante regionale per la tutela delle vittime di reato, in accordo con la Garante regionale della Salute, ha pubblicamente sollecitato la definizione di un protocollo di sicurezza per la sorveglianza e il controllo delle strutture sanitarie regionali e l’apertura di un tavolo istituzionale permanente.
Ecco perché – concludono Anna Laura Orrico e Davide Tavernise – il Movimento 5 stelle ha ritenuto doveroso presentare una interrogazione in Consiglio regionale per chiedere al presidente Occhiuto cosa voglia fare. E’ d’accordo oppure no che servano requisiti più rigidi per l’accreditamento delle strutture sanitarie private che, con soldi pubblici, supportano il servizio pubblico? E se lo è, come intende muoversi?”.
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