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La scure dei tagli allarma i Comuni della Calabria. I sindaci: servizi essenziali a rischio

Il ministero dell'Economia su via XX Settembre a Roma in una foto del 20 ottobre 2013. ANSA / ETTORE FERRARI

Cresce la preoccupazione tra i sindaci calabresi sulla tenuta finanziaria, data la situazione odierna, delle amministrazioni locali. E ciò nonostante l’attuale titolare del Mef, Giancarlo Giorgetti, continui a ripetere che «la legge di Bilancio del 2025 mette a disposizione del comparto comunale ulteriori 310 milioni di euro, da erogarsi gradualmente tra il 2025 e il 2030».
A rischio c’è l’offerta dei diritti essenziali ai cittadini come rilevato da Gaetano Manfredi, primo cittadino di Napoli e presidente dell’Anci nazionale. «Nei prossimi anni - sono le sue parole -, considerando la cornice della nuova governance economico-finanziaria europea (in particolare i tagli e gli accantonamenti obbligatori introdotti tra il 2024 e il 2025 per un ammontare di oltre 2 miliardi di euro per il prossimo quinquennio) assisteremo ad una compressione della spesa reale corrente dei Comuni. Il timore è che le Amministrazioni possano avere difficoltà ad erogare il livello di servizi offerti oggi perché la capacità fiscale si sta completamente saturando. Importante sicuramente intervenire anche sulla tassazione, non tanto a livello locale, dove è già molto elevata, ma con un sistema più organizzato e più compatto a livello nazionale, nel quale lo Stato, in tutte le sue articolazioni, e i Comuni abbiano gli strumenti per garantire una riscossione equa».
Il grido d’allarme lanciato da Manfredi è condiviso da Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria.

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