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I dossier più delicati restano fuori della prossima seduta del Consiglio regionale della Calabria. E sul Mercure si aspetta il Governo

Non sarà all’ordine del giorno della prossima riunione del Consiglio regionale la questione attualmente più spinosa per la politica calabrese. I capigruppo di maggioranza, nella riunione di ieri, hanno optato per una posizione attendista: si rimane alla finestra sulla centrale del Mercure. Prevale la linea del centrodestra, secondo cui potrebbe essere il Governo a togliere le castagne dal fuoco.

Occhio alla Consulta

Restano nel “freezer”, dunque, le due proposte – una dei consiglieri di maggioranza Giuseppe Graziano, Francesco De Nisi (Azione) e Katya Gentile (Lega) e l’altra del Pd – per l’abrogazione dell’articolo 14 della legge regionale 36/2024, che introduce il divieto di realizzare impianti di produzione energetica alimentati da biomasse nei parchi nazionali e regionali della Calabria con una potenza superiore a 10 MW termici e impone anche l’obbligo per gli impianti esistenti di ridurre la potenza entro sei mesi, pena la revoca delle autorizzazioni. Il de profundis per la centrale di Laino Borgo, insomma, contro il quale si è già mobilitata Sorgenia (ricorso al Tar) così come diversi Comuni del Pollino e partiti sia di destra che di sinistra, che in maniera trasversale si trovano d’accordo sul mantenimento della potenza del sito e la necessità di salvaguardare l’occupazione insieme all’indotto.
A chiudere il caso ancora prima di ogni altra decisione di Palazzo Campanella potrebbe essere la variabile più “pesante”: il Governo, ritenendo la questione di competenza statale, ha già di fatto preannunciato l’impugnazione alla Corte costituzionale del provvedimento contestato, la cosiddetta “norma Laghi” (dal nome del capogruppo di DeMa in Consiglio regionale) su cui non ha mai nascosto il proprio gradimento il governatore Occhiuto. La scelta di temporeggiare, dunque, potrebbe essere suggerita alla maggioranza proprio dalla possibilità che la questione si risolva senza neppure (ri)passare dalla Calabria.

Parola d’ordine “stemperare”

Fuori dalla prossima seduta, che i capigruppo hanno concordato di convocare per il 21 gennaio, anche altri dossier delicati per la maggioranza, che preferisce prendere tempo e far decantare le attuali tensioni. Il presidente Filippo Mancuso sta stilando in queste ore l’ordine del giorno, ma da Palazzo Campanella trapelano indiscrezioni (quasi certezze) sul rinvio dei provvedimenti per l’introduzione della figura del consigliere regionale “supplente” e del limite del 30% per gli assessori esterni in Giunta, nonché per la creazione delle società in house del digitale e dell’energia, rispettivamente ReDigit e Arec.

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